RINASCE IL PASSATO E CI PORTA L’INCUBO DEL FUTURO
12 Luglio 2013
Il clima si è fatto torbido, avvelenato. La rappresentazione nei talk televisivi di questa estate è surreale. Valanghe di parole che rimbalzano su media nuovi e vecchi che cercano una dimora, un destino. Un giro di giostra dove la velocità cresce fino a farti girare la testa senza spostarsi di un pò dal posto dove si è partiti. Fantasmi ossessionati e trasecolati appaiono gli opinion leader, storditi ed esausti giornalisti che non sanno leggere, politici che non sanno parlare e leader dal carisma di un batacchio da portone.
La gerarchia dei problemi segue la messa in scena di un proscenio che nessuno è in grado di resettare e che incombe su tutti, confondendo la propria esperienza individuale con una rappresentazione collettiva in cui nessuno si riconosce. Una coazione a ripetere ossessiva e dilagante che degrada intelligenze e speranze.
Il futuro è un oscuro dedalo di insidie e paure, governato da anziani avidi e voraci e rifuggito da giovani informati ma privi di rabbia e carichi di rancori.
Forse si tornerà alle urne e sempre meno italiani voteranno e sempre di più ci racconteranno che qualcuno ha vinto. Forse non si voterà più, pare che non serva.
Io mi ostino a costruire su macerie, ma non riesco a non continuare a sorridere anche se mi sono dimenticato il perché.