Vintage, se volessi fare un complimento alla Presidente Polverini dovrei definire la sua convention vintage. Ma la governatrice non apprezzerebbe il gesto di galanteria e allora dirò che mettere delle sagome smorzate sul palco è una cosa da teatro d’avanguardia, ma degli anni ’50, e che la presenza delle sagome sottolinea l’assenza della gente, non certo la presenza, e, simbolicamente, la sagoma di cartone non riporta tanto a Telese e al suo Bersani sagomato, nè al terrorizzante Carlo Lucarelli, evoca solo solitudine.Il telo bianco sul proscenio, l’immagine incombente sul mega schermo offre una versione un po’ coatta: una personalizzazione in rosa che sembra scimmiottare altre esperienze capaci di lasciare il segno. Il palco alto, l’abito attillato e rosato, le luci tagliate e teatrali, una postura rigida di chi si sente fuori posto consegnano una rappresentazione mediocre che non legittima le ambizioni da leader nazionale che il convegno aveva e che anche la poca gente in sala ha negato. Un vero flop! In termini di comunicazione la bocciatura è senza appello e mette in evidenza il totale distacco della Sora Renata dalla realtà e la sua incapacità di interpretare la fase politica del Paese.

Certo che, se come Caldoro in Campania fosse riuscita a dimezzare il debito della sanità e se le condizioni della stessa non fossero salite alle cronache internazionali, qualche possibilità in più avrebbe potuto giocarsela. Ma il flop è stato sancito dalla irrilevanza dei media: nessun Tg nazionale e poca stampa – e solo locale – hanno stroncato le sue ambizioni.

E per questo forse che oggi si è rifugiata in un convegno del Pd e da lì ha cominciato a sparare su tutto.

La Polverini tenta di fare la Santanchè, ma di sinistra che sta a desta: minaccia le dimissioni e fa sapere di essere pronta a sfidare Alfano, ma rischia di cadere nel ridicolo

La Polverini è furiosa perché l’idea che lei ha di se stessa non corrisponde a quella che il mondo le riserva.

Ieri non è nata una stella!