berlusconi

Il centrodestra italiano rischia l’estinzione, schiacciato come è tra una leadership carismatica come quella di Matteo Renzi e una ormai senza sbocco elettorale come quella di Silvio Berlusconi. Riunire i moderati è un’impresa che assomiglia, ogni giorno di più, ad una terapia disperata su un malato terminale.

Un ciclo della destra italiana si è chiuso. E a scrivere la parola “fine” è stato l’avvento di Matteo Renzi, non certo quelle procure politicizzate che sono state solo capaci di colpire personalmente Berlusconi, senza mai veramente intaccarne la parabola politica.

Ora, il giudizio su questi vent’anni di centrodestra e sui suoi leader è consegnato al freddo sguardo della storia, ma nella fase finale di questo ciclo dovrebbero essere proprio questi leader a farsi caricodell’avvento di una nuova generazione di classe dirigente.

In questo senso, nessuno pensi che possa essere risolutiva la forza taumaturgica di chicchesia. Questi vent’anni lasciano dietro di sé un popolo e una comunità che devono essere rappresentate nel rispetto della propria storia e nella forza di un serio progetto per il futuro. Non si tratta, quindi, di fare cartello con sigle decadute e fallite, ma siripartire dal proprio elettorato per rifondare il centrdestra nelle sue radici. Definendo con chiarezza il perimetro di valori e di programmi su cui fondare una visione del futuro e del paese. Qualcuno lo ha fatto. Altri resistono.

Ma l’unico strumento efficace resta quello delle primarie. Perché è l’unico capace di riattivare di mobilitare gli elettori, l’unico capace di fare conoscere i candidati, l’unico da cui poteva scaturire un Matteo Renzi. Le primarie non sono di destra o di sinistra. E chi pensa che utilizzarlea destra usarle sarebbe una sorta di concessione o di resa alla sinistra ha un visione miope della politica. O, più probabilmente, è in cattiva fede.

In questi giorni, sul mio blog luigicrespi.it, sto conducendo una personale battaglia conto l’ipocrisia e non voglio certo cadere io oggi nella “maledetta”. Quindi sia chiaro che il nodo è Silvio Berlusconi. In questa fase non può essere che lui il padre fondatore del nuovo centrodestra. E dovrà essere lui a benedire l’avvio di competizione fra idee e tra uomini (o donne) che sono, in buona sostanza, le elezioni primarie.

Basta indugi, dunque, e si parta con questa necessaria fase di rinnovamento. Altrimenti sarà evidente che Berlusconi il suo erede l’ha già scelto. E si chiama Matteo Renzi.

Fonte: Il Tempo