sacerdote di spalle

Rispetto a un apparato ecclesiastico che nega – e sotterra – la tragedia della pedofilia tra i preti cattolici, Papa Francesco rappresenta una straordinaria boccata d’ossigeno. Perché chiedere scusa pubblicamente (e non solo risarcire le vittime) deve essere il primo indispensabile lavacro al quale sottoporre questa nefandezza.

Ma noi dobbiamo rompere il velo dell’ipocrisia. Quindi, anche se si tratta di un passo avanti, chiedere scusa non basta. Il Pontefice ha invece il dovere di spiegare per quale motivo questo fenomeno della pedofilia colpisca in maniera così selettiva la Chiesa cattolica, e non raggiunga, invece, per dimensione e drammaticità, gli altri ordini religiosi cristiani e men che meno le filosofie orientali.

Credo che non se ne possa uscire, almeno finché Chiesa non abbia il coraggio di affrontare il suo rapporto con il femmineo, quello rappresentato dal “mito della Papessa”. È un passaggio che la Chiesa cattolica non può permettersi di rimandare ancora.

Nelle Scritture la donna ha solo due tipi estremi di rappresentazione: vergine o puttana. Queste non sono rappresentazioni di Dio, o della Scrittura, ma dell’uomo, anzi dei maschi. È nella Chiesa di Pietro che la donna diventa o la Madonna vergine o la Maddalena meretrice. In mezzo non c’è niente che assomigli ad una donna reale, umana.

Si annida qui tutta la paranoia cattolica sul ruolo della donna e sul potere della natalità. C’è una sedimentazione millenaria di frustrazione, oppressione e negazione che, come suggerisce Jung, è l’origine di tutte le perversioni.

papa-francesco1Altra questione centrale è proprio quella della sessualità. È profondamente ipocrita ritenere che i preti non abbiano una sessualità o che la possano sempre reprimere. Ma, nella cultura cattolica, la repressione sessuale, il ruolo della sessualità, il suo circoscriverla solo ad alcuni atti fondamentali (come la procreazione), il non riconoscerne la dimensione universale che quasi tutte le culture mondiali le concedono, ha portato a un declino, a una naturale e ovvia deviazione. Ciò che è vietato molto spesso diventa possibile di nascosto e magari con il sopruso nei confronti dei più deboli.

Così, quando il Papa si domanda come sia stato possibile che il lupo sia entrato nel suo gregge, non possiamo che rispondergli: questo assalto è stato possibile grazie alle regole degli uomini, non di Dio. E finché la Chiesa non affronterà direttamente il tema centrale del femminile, della sessualità, in un’ottica meno domenicana, con un approccio non tanto più moderno quanto più adatto ai tempi in cui vivamo – e, mi permetto di provocare, più antico, più adatto alla storia e alla natura stessa dell’uomo – non si potrà uscire da questa situazione. E il Papa sarà costretto ancora a chiedere tante volte scusa per la natura umana, costretta e spesso abusata da riti che non tengono conto della sua essenza.

Lucio Dalla cantava:
“E si farà l’amore ognuno come gli va,
anche i preti potranno sposarsi
ma soltanto a una certa età”.

Visto che Francesco è un Papa così rivoluzionario, così pop, e visto che credo si sia stancato di chiedere scusa in continuazione, abbia il coraggio – senza ipocrisia – di chiamare i problemi con il loro nome, per tentare di risolverli. Altrimenti rischia di diventare un Renzi qualsiasi.