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Questa mattina, su Il Giornale D’Italia, il giornalista Federico Colosimo, ha citato il pezzo pubblicato ieri sul mio blog, nel suo articolo dal titolo “Da questa Italia, fuggire o morire”. Lo riporto di seguito.

Da questa Italia, fuggire o morire

Tasse e debiti stanno affondando migliaia di famiglie. Letta come Monti, ha spezzato le speranze di tutti

Lo sfogo amaro del sondaggista Luigi Crespi: “Il Paese annega e i nostri progetti restano impigliati nei denti più stretti. Mi chiedo ogni giorno: ma non sarebbe meglio andar via?”

Di Federico Colosimo

Gli italiani affondano in un mare di tasse e debiti. Ogni giorno un suicidio, cento negozi chiusi, mille famiglie indebitate, ridotte a pane e acqua. A Natale i cittadini troveranno un bel regalino sotto l’albero. La tanto attesa tredicesima – per chi la riceverà – servirà quasi tutta per pagare imposte e bollette.

Nonostante il premier Enrico Letta e il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni continuino a presentare il 2014 come l’anno della rinascita del Belpaese, i principali indicatori economici raccontano una realtà di gran lunga diversa. Ossia che il debito pubblico sta continuando a salire in rapporto al pil e potrebbero quindi essere necessarie nuove misure di aggiustamento. L’economia stenta a ripartire e la disoccupazione ha raggiunto livelli record. Ci sono persone che dormono in macchina, giovani che non trovano lavoro e vengono bollati e offesi dall’ex ministro Elsa Fornero come “choosy”(schizzinosi). Poi ci sono i cinesi, che ci fanno una concorrenza spietata e si stanno comprando tutta l’Italia, rimandando i loro guadagni nel loro Paese. In questa Italia in cui tutto crolla, non è rimasto più niente. Sotto la dittatura della Merkel e dell’Europa, il compagno Letta – così come il suo predecessore Monti – esegue gli ordini, distruggendo per sempre i sogni di quei ragazzi che avrebbero voluto una famiglia, una casa e dei figli. Il governo chiede di avere fiducia, pazienza. Tempo. Ancora?

Migliaia di giovani non hanno più nulla da perdere. Ma non solo loro. Anche lavoratori “navigati”. Che la mattina si alzano dal letto – per chi ce l’ha ancora – tristi, senza alcuna ispirazione e voglia di impegnarsi. Perché impossibilitati dal poter invertire la rotta. E in tanti, adesso, cominciano a guardarsi intorno. Stremati, esausti, sono pronti a rivolgersi all’estero. Tra queste persone, anche Luigi Crespi.

Il noto sondaggista ieri mattina ha affidato al suo blog uno sfogo tanto amaro quanto veritiero. “Siamo vessati da un sistema bancario che stringe fino a strozzarci – si legge -, soffocati dalla burocrazia e dalla strafottenza di uno Stato che non paga i suoi debiti, ma che pretende di incassare i suoi. I servizi si depauperano giorno per giorno, devi pagare tutto e devi pagarlo prima. Un sistema giudiziario ideologico punitivo e inefficiente. Il lavoro c’è, ma nessuno te lo retribuisce. Tutti dicono che dobbiamo cambiare, che stiamo cambiando e che cambieremo, ma anno dopo anno si cambia in peggio. Io sono sempre stato un inesauribile ottimista, ma tentenno davanti a cose che non succedono e a cambiamenti che a ogni svolta ti buttano più giù. Le idee, i progetti, restano impigliati nella rabbia dei denti sempre più stretti. La creatività diventa entropia asfittica sotto onde anomale che sono sempre meno metafore, il Paese annega e anche questa non è solo una metafora. E allora perché non accettare le offerte dell’Austria o della Svizzera dove servizi, tasse e burocrazia non ti assalgono quotidianamente in un corpo a corpo estenuante? Me lo domando ormai ogni giorno e temo la risposta”.

Il nostro Paese è antico in tutti i sensi e in tutti i settori. La classe politica è la più vecchia d’Europa, così come quella dirigenziale. Giovani e vecchi sono solamente uno strumento da sbandierare a destra e sinistra durante le campagne elettorali per poi rinchiuderli nell’oblio fino alla successiva competizione. Lo Stato italiano non merita cittadini che hanno voglia di lavorare e mettersi in mostra. I cittadini lo hanno capito e sono pronti a fuggire.

E’ l’immagine della nostra Italia, un Paese capace di infrangere sogni e speranze di tutti. E quindi meritevole di perdere le “sue” ricchezze, intellettive e morali.

Fonte: Il Giornale d’Italia