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La Corte Costituzionale ha stabilito che gli ultimi tre Parlamenti della storia repubblicana sono illegali. Anzi, di più: sono incostituzionali. Cioè sono emersi da un sistema elettorale in contrasto con la legge suprema dello stato, la nostra Costituzione. La Consulta non ha solo bocciato il “premio di maggioranza”, che a quasi tutti è sempre sembrato oggettivamente sproporzionato, ma ha stabilito che anche la formazione delle liste bloccate – composte di nominati – è fuori dal perimetro giuridico della nostra carta costituzionale.

Cosa farebbe, di fronte a tutto ciò, un paese serio? In un paese serio il Capo dello stato scioglierebbe le Camere domani mattina, indicendo nuove elezioni con il sistema elettorale precedente (il Mattarellum). Perché – al contrario di quello che sostiene, in maniera contraddittoria, la stessa Consulta – non può certo essere un Parlamento illegale a stabilire quali saranno le nuove regole del gioco. Ad essere illegali, per la verità, sono tutti gli atti legislativi (ed esecutivi, visto che il governo è espressione del Parlamento) degli ultimi 7 anni. Compresa la rielezione al Quirinale di Giorgio Napolitano. Che, immediatamente dopo aver sciolto le Camere e convocato nuove elezioni, dovrebbe presentare le sue dimissioni irrevocabili.

Questo, naturalmente, succederebbe in paese serio. Un paese che vuole restituire credibilità alle sue istituzioni, rimarginando l’enorme distanza che ormai separa la gente da questa classe politica nominata ed innominabile.

Cosa accadrà invece? C’è da scommetterci: troveranno nelle pieghe della decisione della Corte un modo per provare ad aggiustare le cose, per improvvisare una mezza riformina, per prendere tempo sperando che “passi ‘a nuttata”, magari agganciando il loro destino a una improvvisa e improbabile ripresa economica internazionale. Si affideranno, insomma, a qualcosa di mistico, pur di non affrontare la realtà. E il risultato di questo comportamento sarà che – alla prima occasione elettorale – chi si oppone strutturalmente al “sistema” spazzerà via questa classe dirigente, senza sé e senza ma.

L’unico modo che avrebbero per salvarsi e continuare ad esistere sarebbe affrontare le cose con verità e con durezza. Perché nessun temporeggiamento, nessuna legge di stabilità, nessuno spread e nessuna Europa è in grado di salvarli. Dalla paura, dalla fame e dalla rabbia della gente non è mai fuggito nessuno. Figuriamoci ora, che sono tutti decaduti.