LE PREFERENZE, IL MEDIOEVO DELLA DEMOCRAZIA
21 Gennaio 2014
È vero o non è vero che c’è stato un referendum in cui gli italiani hanno detto di no alle preferenze? Bene i Referendum vanno rispettati.
È vero o non è vero che in tutte le principali democrazie evolute dell’Occidente non ci sono le preferenze?
È vero o non è vero che il sistema di preferenze ha poca penetrazione al Nord e molta al Sud, e quindi è disomogeneo nel territorio nazionale?
È vero o non è vero che il sistema delle preferenze costa economicamente? Molto. E noi, invece, abbiamo bisogno di una politica leggera, che non abbia costi e sia legata ai valori.
È vero o non è vero che c’è un rapporto tra il meccanismo di preferenze e la criminalità organizzata, le mafie e il clientelismo?
Bene, tutto questo ci fa dire che chi vuole le preferenze vuole un ritorno al passato; vuole ritornare sotto il gioco delle clientele se non, addirittura, delle mafie.
Quindi, questo sistema elettorale è forse barocco, ma comunque semplifica e dà ordine, consente di capire chi vince e di stabilire la regola per cui vince chi ha più voti. E trovo molto interessante la correzione del ballottaggio, una novità per il nostro paese.
Due cose ancora non funzionano e vanno aggiustate assolutamente. Primo: il concetto che la riparametrazione dei seggi viene fatta a livello nazionale. Secondo: la scelta della classe dirigente. Non si può immaginare che le liste bloccate (corte o non corte) non siano ancora determinate da passaggi democratici come, ad esempio, le primarie, regolamentate ovviamente per legge.