Il giustizialismo della Lega si è spinto fino a sventolare cappi e gogne. La Lega ha spesso condannato politicamente politici e persone che non sempre il corso della giustizia ha confermato essere colpevoli. Ma Boni non è stato condannato, ha un avviso di garanzia e per me, che sono un garantista, vale per lui quello che vale per tutti. Troppo spesso la giustizia si è dimostrata non all’altezza delle accuse. Titoli come LEGA LADRONA fatti dal Il Giornale mi sembrano risuonino come una vendetta (comprensibile peraltro), un atto fazioso che troviamo sul Il Fatto Quotidiano e su Repubblica di oggi stranamente con gli stessi tipi di titoli.

Ma oggi il vero scandalo lo troviamo su La Padania: il quotidiano della Lega in prima pagina ha pateticamente omesso di dare la notizia e di commentare la vicenda di Boni. Consegnando, in questo modo, un’idea totalitaria e paranoica della realtà e viene la pelle d’oca a pensare che questa impostazione possa essere stata la stessa utilizzata nel dirigere il paese per anni. Umberto Bossi ha gridato al complotto, insultato i giudici e, ora che tocca ai suoi, la sua fortuna è che nessuno gli tira le monetine perché, nonostante tutto il biascicare penoso, Bossi rappresenta impietosamente il fallimento di un’opzione politica che resta credibile solo nel suo cerchio magico.

Bossi ha creduto di imporre contro tutte le evidenze l’idea bizzarra e folcloristica di un mondo che non esiste.