La sconfitta di Rita Borsellino è un passaggio storico; un evento rivoluzionario; rompe tutti gli schemi, rende vani e superflui tutti i commenti dei saccenti commentatori dei grandi giornali. Rompe il conformismo dialettico di chi pensa di capire e interpretare la nostra società; sfancula leader ormai consumati e superati come Antonio Di Pietro, Bersani e lo stesso Vendola. Viene superata la loro visione del futuro e della società. I 30 mila di Palermo ridicolizzano chi parlava di crisi della partecipazione politica nel nostro paese riportando al centro il vero problema che non è la partecipazione, ma l’offerta politica. I palermitani hanno selettivamente scelto, partecipando in massa al voto democratico e la Borsellino è stata sconfitta. Incredula chiede il riconteggio consegnando al crepuscolo suo e dei suoi sponsor quel pizzico di acididà e incredulità che porta a pensare che la democrazia vale solo quando ti dà ragione.

I sondaggi che cantano il peana del Pd che esaltano Monti e i suoi “montanari” finiscono nella pattumiera, anche se questa sera Enrico Mentana ci rappresenterà la retorica del punto in meno e quello in più e che gli elettori dichiarano di non andare a votare, mentre la realtà risuona in modo diverso come un boato che nessuno vuole sentire. Berlusconi ha chiuso con il passo indietro la sua stagione politica, ma chi credeva di avere vinto (la sinistra) non si è reso ancora conto che Berlusconi se li è portati via con sé.

La gente cerca e vuole facce nuove, non segue più i partiti, guarda negli occhi chi lei candida e sceglie e sempre meno sceglierà le vecchie facce.

Genova, Napoli, Milano Cagliari e ora Palermo cosa deve ancora succedere perché Bersani, D’Alema e Veltroni possano prendere atto che la loro parabola è finita.

Ora è il tempo di Ferrandelli uno sconosciuto che a 31anni mette in fila tutti, ma è anche il tempo di Davide Faraone, il rottamatore legato a Renzi, che aspetta il momento giusto per travolgere la sinistra della Serena Dandini superata da quella di Giorgio Gori, ma anche quella di Costa il candidato del Terzo Polo. Facce nuove che rappresentano una realtà complessa che viene mediata dai social network, ma che passa dai porta a porta da un contatto diretto non mediato da Vespa.

Ma è anche la vittoria di Lombardo il presidente della regione che sembra sempre ad un passo dal baratro e che come un’araba fenice risorge ogni qual volta il giudizio viene mutuato dalla gente un uomo che viene dal passato, ma che rimbalza sui social network e su internet come un pischello e che ha messo in capo 2 candidati (da una parte Costa e dall’altra Ferrandelli). Ora sarà interessante capire per chi dei due stamperà i manifesti e i volantini perché ho l’impressione che i giochi non siano ancora chiusi visto che Cascio non ha ancora sciolto le riserve per la sua candidatura