La crisi economica, la perdita del lavoro, la paura del futuro porta quasi in modo naturale a chiudersi e a rimanere avvinti dalle proprie paure. Il distacco permanente fra i gruppi dirigenti e il mantenimento dei loro privilegi, e il progressivo degrado della qualità della vita delle classi intermedie e più povere sta creando un solco pericoloso, soprattutto in una realtà dove l’informazione, la comunicazione, la rappresentazione della realtà è sempre meno manipolabile, ma sempre più in preda a forme di auto-alimentazione fuori controllo.

E’ in queste particolari fasi storiche che i sistemi di potere diventano regimi. E quando diventano regimi? Quando cominciano a truccare le carte. In questo senso il caso delle Pussy Riot e di Assange, sono emblematicamente due cunei che infilzano la Russia da una parte e gli Stati Uniti dall’alta. Le Pussy Riot sono 3 ragazze che hanno come caratteristica quella di fare della brutta musica, ma di farla in nome della libertà. Processarle e arrestarle ha fatto di loro delle eroine, delle martiri, dei simboli. Per esorcizzare le Pussy Riot avrebbero dovuto mandarle a X-Factor: sarebbero uscite per prime; avrebbero dovuto far ascoltare la loro arte e la loro musica senza paura, senza galera.

Per quanto riguarda Assange, l’idea balzana degli americani, di Obama in testa, di controbattere a un signore che ha pubblicato solo cose vere con l’affronto delle molestie sessuali, conferma l’idea di un regime che usa la menzogna contro la verità.

Relazioni, documenti, riservati, riservatissimi, e la loro pubblicazione ha messo in luce spesso il cinismo degli stati, non ha mai messo in pericolo la sicurezza di nessuno degli stati in oggetto. La risposta ad Assange è la casa di vetro, la trasparenza. La risposta ad Assange è fare e dire cose di cui mai vergognarsi. Assange non ha mai mentito, non ha mani falsificato un documento.

Hanno preso due sgallettate, gli hanno fatto raccontare di aver subito violenza e per questo hanno tentato di incastrarlo, dimostrandosi come hanno fatto in molte occasioni gli Stati Uniti d’America (come nel Caso Kennedy o in Salvador o in Cile) che l’avvento di Obama alla Casa Bianca non ha cambiato lo stile americano delle verità contrapposte, della rappresentazione, del racconto diverso della verità.

Assange potrà finire anche in carcere per violenza sessuale, ma ha mostrato al mondo intero qual è lo spessore etico delle cancellerie, quali sono i valori che lo orientano, ha mostrato al mondo intero da chi siamo governati. Ora, o questi metodi cambiano oppure Assange ha vinto.