O per puttane o per puttanate, tutta una classe dirigente si sta apprestando ad essere cancellata dalla cronaca. Berlusconi, definito da Belpietro, non più il presidente operaio ma il presidente puttaniere.

Bossi, una figura piegata su se stessa che ormai si esprime a pernacchie e scoregge. Bersani, schiacciato dall’incoerenza della storia che cerca di rappresentare.

Di Pietro, anche lui tiene famiglia! Banche e banchieri, travolti da miopia e avidità. Star e starlette che rimbalzano da un letto all’altro. Manager accondiscendenti e incompetenti. Giudici giudicanti con uffici stampa “priapici”. Tutti allegramente sognano il suono di un pifferaio magico che li sta portando sul dirupo, dove, sorridenti e gaudenti, uno per uno, confonderanno il precipitare con il volare.

I tonfi delle prossime settimane e dei prossimi mesi saranno assordanti. I più pensano che a tonfare sarà Berlusconi. Pochi hanno capito che insieme a lui cadranno, uno dopo l’altro, anche gli altri. Non c’è nessuno scampo. Non è la fine di un ciclo, è la fine di un’epoca.

Che forse ci consegnerà uomini che sapranno affrontare le nuove emergenze della società e sapranno dare risposte ad un futuro che appare sempre più incerto non solo in Italia ma in tutto il mondo.