per la rivincita

L’immagine plastica della più grande sconfitta del centrodestra italiano non è ancora diventata storia, è ancora nei “rulli della cronaca”, ma già Daniele Capezzone – con un tempismo micidiale – ha saputo mettere in rete, con la collaborazione del Gruppo Datamedia, un instant-book stupefacente: “Per la rivincita – Software liberale per tornare in partita”.

Duecento pagine dense, che dovrebbero costituire il “libretto rosso” per chiunque abbia a cuore la possibilità che il centrodestra torni a vincere.

Il testo è scritto con approcci differenti, multidisciplinari. Affronta la crisi del centrodestra con la freddezza del chirurgo; senza indulgenza, senza compiacimento. Capezzone va dritto al nodo del problema: la capacità di rappresentanza. E la matrice di tutti gli errori la fissa nel 2000 quando Berlusconi e il centrodestra non colsero l’occasione storica dei referendum radicali – soprattutto di quelli legati ai temi economici – per imprimere al paese quel cambiamento promesso e auspicato, infilandosi in una stagione fatta di immobilismo, scissioni e recriminazioni, che è durata dieci anni.

Capezzone ha dato al volume un taglio storico, approfondito, che sposta il dibattito di questi giorni dai temi delle riforme e del rinnovamento, a quello dei valori e dei contenuti che questo rinnovamento lo devono guidare.

Lontanissimi da toni propagandistici, le parti più gustose dal punto di vista stilistico del libro sono soprattutto i primi capitoli, quelli dove emerge il senso critico di Capezzone, dotato di un sarcasmo disarmante e di uno sguardo assolutamente pop che punta sulla nostra contemporaneità.

La contaminazione dei linguaggi e una certa dolce brutalità nel porre gli argomenti, ci consegnano un ritratto di Renzi originale, come del resto quello dello stesso Grillo. Anche su Berlusconi, il suo leader, la lettura ci aiuta a capire molte cose: per esempio le difficoltà che Forza Italia ha dovuto affrontare in questa campagna elettorale e che non sono state poche.

Ma la forza del libro sta nel fatto che quello che ti dice ha una sua originalità e una sua evidenza limpida. Osservazioni che sono sotto gli occhi di tutti, ma che nessuno aveva colto. Il libro, nel tracciare una road map della ripresa del centrodestra, entra anche nei dettagli programmatici, nelle sue dinamiche, nelle sue progettualità, ponendo delle differenze di linea con l’attuale movimento politico, anche forti. Una per tutte la questione dell’Europa. Mentre il partito, per mettere in crisi Renzi, si pone come difensore assoluto dei dettami imposti dall’Europa, Capezzone invita, invece, a una coraggiosa rottura dei parametri, sfidando il tabù del 3% e invocando un taglio di imposte alle imprese con una operazione shock che dovrebbe permettere di rimettere veramente in moto l’economia. Indica dove prendere i soldi, dove fare i tagli e spiega per la prima volta in maniera compiuta che cos’è la delega fiscale ovviamente attribuendosi i meriti di un lavoro certosino svolto in Commissione Finanze.

Ma non voglio stare qui a riscrivere il libro di Capezzone che va letto in tutte le sue sfaccettature e che si può acquistare direttamente dal suo blog. Mi sono limitato, semplicemente ad annotare forse le considerazioni e gli aspetti divergenti e sorprendenti di un libro scritto bene che scorre lucido, lineare e che riesce a restituire una motivata e ragionevole speranza a chi ha militato e a chi ha votato per il centrodestra italiano e per Forza Italia. Tutti aspetti che lo rendono interessante non solo per chi si riconosce in quell’area politica, ma anche per quanti vogliono comprendere quello che sta accadendo tra i moderati.