L’istanza di scarcerazione di mio fratello è stata respinta. Riporto di seguito la nota degli avvocati Marcello Elia e Giuseppe Rossodivita, che costituiscono il collegio difensivo di Ambrogio Crespi.

“L’ordinanza di oggi del Tribunale del Riesame costituisce un’altra delusione per quel che il sistema giudiziario sta producendo su questo caso. – Dichiarano congiuntamente l’avv. Marcello Elia e l’avv. Giuseppe Rossodivita – Il castello accusatorio si va sgretolando mattone dopo mattone, ma i giudici, ogniqualvolta un mattone cade, scoprono che si trattava di un mattone ‘irrilevante’. Così è stato per le dichiarazioni degli intercettati – smentite categoricamente dalla perizia D’Alimonte – riguardanti i maxi condomini dai quali Ambrogio Crespi, secondo quanto riportato nell’ordinanza di custodia cautelare, avrebbe attinto ai voti per lo Zambetti; così è stato per le dichiarazioni del pentito Cicalese circa la sua attendibilità, poichè ritenuto falsamente testimone di nozze di Ambrogio Crespi; così è stato per la vicenda del ritenuto aiuto elettorale al mai candidato Canale; così è stato per la vicenda, sempre narrata da uno dei personaggi intercettati, relativa al fallimento di Cecchi Gori – che ha seccamente smentito un qualsiasi coinvolgimento di Ambrogio che neppure conosce; così è stato circa la ritenuta conoscenza tra Ambrogio e lo Zambetti, pure smentita dalle indagini successivamente svolte dalla Procura.

Un castello fatto di mattoni ‘irrilevanti’ ha portato Ambrogio in cella e oggi sulle grottesche macerie di quel castello i magistrati continuano a tenerlo in cella.

Esemplificativo dell’approccio metodologico finalizzato alla ricerca della verità, un passaggio dell’ordinanza nella quale i magistrati del Tribunale della Libertà di Milano, scrivono, a proposito della prova a discarico fornita dalla perizia D’Alimonte. Il collegio afferma che: “in ogni caso dalla stessa si evince un incremento di preferenze per Zambetti – pari al 109,3% – nelle 23 sezioni che identificano convenzionalmente il quartiere di Baggio”.

“Quel 109,3% di incremento – concludono Rossodivita ed Elia – corrisponde a ben 9 voti. Ma anche questo era scritto nella perizia del Prof. D’Alimonte”.

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