Cari amici, mi sento di ringraziare le decine di persone che hanno sostenuto la causa di Ambrogio Crespi.

Ambrogio ha rinunciato ad una candidatura sicura e lo ha fatto mostrando una fiducia nella giustizia che ad oggi è stata gradita.

Ambrogio ha rinunciato alla candidatura perché sa di essere innocente e non crediate che le carte processuali abbiamo piegato questa certezza.

Dopo quasi 4 mesi di carcerazione preventiva, chi più di tutti ha contribuito a dimostrare l’innocenza di Ambrogio sono state le indagini della pubblica accusa. Eppure resta in carcere. Io leggo, cerco di capire. Ma le ragioni di questa carcerazione non sono nelle carte, non sono nelle sale dei tribunali. Forse la scarcerazione di Ambrogio cambierebbe le sorti della campagna per la conquista della più importante Regione italiana. Certo, la sua scarcerazione significherebbe ammettere che con Ambrogio la magistratura ha compiuto un grave errore, getterebbe un’ombra inquietante che attraverserebbe la campagna elettorale lombarda che si combatte su pochi punti di differenza.

Risultato? Il silenzio di tutti. La certezza è che il palazzo di giustizia è un avamposto politico e che la politica è incapace del coraggio di dire la verità.

Non è una grande scoperta, vero? Ma chi riuscirà a spiegarla ad Ambrogio?

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