Ieri, alle 17, ha suonato il telefono. Era il carcere di Opera. Il centralinista, dopo essersi accertato chi fossi, mi ha passato Ambrogio. La voce era rotta dall’emozione, 10 minuti intensi che me lo hanno fatto sembrare più vicino. Mi ha raccontato dell’intensità dell’incontro con Rita Bernardini e della prossima visita (lunedì) di Luca che non vede da 40 giorni: a cinque mesi sono tanti.

Poi un rumore sinistro ha annunciato che il tempo era scaduto. Solo un attimo per rassicurarci reciprocamente che stiamo bene e che lui è forte, che come tutti gli innocenti trova la forza nell’anonimo che espande la speranza che questa storia assurda sta per finire e che il peggio forse è passato… Pensate la forza di una telefonata.

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