Nel mio sesto giorno di sciopero della fame, Rita Bernardini è intervenuta ad Omnibus, dove ha parlato del tema delle carceri, dell’emergenza giustizia e della detenzione di mio fratello Ambrogio, ribadendo che si tratta di un nuovo caso Tortora.

Durante la trasmissione di Andrea Pancani, in onda su La7, la Bernardini ha detto che il Paese è in ginocchio e si è detta preoccupata da un sistema che in decenni non è riuscito neanche a riformare un’infrastruttura fondamentale come la giustizia.

Se in un paese non funziona un tassello vitale come ad esempio un’autostrada, che regola i rapporti fra i cittadini, come possiamo pretendere che vada avanti?”, si è chiesta l’onorevole dei Radicali. “Se la giustizia non funziona, allora il nodo si riversa sulle carceri”, ed è per questo che i Radicali hanno lanciato per lunedì una nuova mobilitazione di 4 giorni: uno sciopero della fame, con 15 minuti di battitura seguiti da 45 minuti di silenzio.

La Bernardini ha poi attaccato Napolitano, ricordando che il capo di Stato nel 2011 aveva promesso che si sarebbe impegnato per far rientrare l’Italia nella legalità costituzionale. Promessa però non mantenuta.

L’onorevole ha citato dei dati: in Italia ci sono 66 mila persone in galera stipate in 43mila posti; 23mila detenuti vivono a centinaia di chilometri dalle loro famiglie; il 41% dei prigionieri è in attesa di giudizio; e il 30% è tossicodipendente e bisognoso di cure. “Di questi – ha dichiarato l’onorevole – solo 7\10mila sono criminali. Per il resto abbiamo buttato in carcere residui della società, persone che nessuno vuole vedere”.

“Abbiamo commesso – ha aggiunto – un atto violento, equivalente a quelli fatti da fascisti e nazisti nei campi di concentramento”. Per questi motivi, ha ricordato, “siamo stati condannati dall’Europa per trattamenti inumani e degradanti”.

La Bernardini ha poi raccontato della sua visita ad Opera. “Ieri sono stata al carcere di Opera, a Milano, uno dei migliori nel peggio. Questo penitenziario ha un ottimo direttore, Siciliano, e un centro diagnostico che però si trova a trattare 800 casi contemporaneamente. Ieri ho visto trapiantati, malati di tumore e Aids. Sembrava un lazzaretto”. Perché allora lo Stato non accoglie la proposta dei Radicali per l’amnistia?

In fine la Bernardini ha parlato del caso Ambrogio Crespi. “Si tratta di un nuovo caso Tortora – ha esordito – Ambrogio è in galera in attesa di giudizio per l’accusa di associazione mafiosa, un reato ripugnante”.

“Tutto questo – ha sottolineato – senza nessun riscontro e nessuna corrispondenza. L’accusa sostiene che abbia comprato voti per l’assessore Zambetti, ma i difensori, fra cui Giuseppe Rossodivita, hanno controllato i seggi e hanno provato che non ci sono esplosioni di voti. Anzi, contro la tesi che a Baggio ci siano state concentrazioni di voti, i legali hanno dimostrato che al massimo si sono segnalati 7, 8, 10 consensi”.

Ambrogio è in un’indegna custodia cautelare, non c’è neanche pericolo di fuga. Riusciremo a dimostrare – ha concluso – che si tratta di un nuovo caso Tortora”.

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