mattarella tram

Il viaggio in tram a Scandicci e dintorni del Presidente Sergio Mattarella ha fatto scalpore guadagnando le prime pagine.
Un gesto quotidiano, che gli italiani ripetono tutti i giorni per andare al lavoro, diventa oggetto della curiosità dei media e fa scalpore. Apparentemente può sembrare una contraddizione, soprattutto perché il tram non era di linea: il Presidente non si è messo sotto una pensilina ad aspettare il 15 barrato, ma a lui è stato dedicato un tram personale, esclusivo. E mi pare anche logico, non ci trovo niente di male. Anzi, trovo la questione risibile e chi ha sollevato questa polemica non coglie il calore estremo del gesto simbolico (e non è il primo) che il presidente ci ha consegnato.
La sua azione pedagogica sta imponendo non tanto una noiosa sobrietà, che resta una cifra squisitamente personale, ma ci consegna dei gesti che cambiano la perfezione e i valori di riferimento.
Oggi la massima autorità dello Stato si avvicina alla nostra vita quotidiana con gesti semplici che appartengono alla nostra quotidianità.
sergio mattarellaLe auto blu, le scorte, i codazzi rappresentano la liturgia di un potere potente che ostenta il se stesso, con gesti unici esclusivi e non ripetibili; si presenta con un profilo privilegiato che oggi è insopportabile e più la gente soffre i morsi di una crisi, più diventa feroce dinanzi all’arroganza di certe messe in scena.
Gesti pedagogici, che tracciano il confine di valori che mettono in imbarazzo qualunque politico che scende da un’auto blu e questo è un modo giusto per rispondere alla domanda di vicinanza dei cittadini.
Basta che la sobrietà non diventi ostentazione, espressione narcisistica e forzata. Gesti simbolici che facciano
rumore vanno bene, come viaggiare con aerei di linea, aprire il palazzo alla gente. Tutto perfetto, ma occorre che per sostanziare questi gesti si passi dai titoli allo svolgimento del tema “sobrietà”, riducendo e allineando il costo dal Quirinale a quello degli omologhi europei. Il nostro Quirinale costa agli Italiani 224 milioni di euro di spese: costa quattro volte Buckingham Palace, il doppio dell’Eliseo francese e otto volte il Cancellierato tedesco.
La differenza è paradossale, un insulto a tutta la gente e soprattutto alla povera gente. Se questo non troverà spazio nella realtà, i gesti pedagogici del Presidente diventeranno vuoti e ascrivibili alla più asfittica propaganda.