Non vi è nulla come i simboli capace di cambiare il mondo: può fare più il gesto di una mano che non una moltitudine di burocrati, funzionari, uomini di Stato. Il valore simbolico prevale la rabbia, l’egoismo ed è capace di andare oltre ogni pietà.

L’avvento di Francesco è uno di quegli atti simbolici che ribaltano i paradigmi, che sono in grado di modificare percorsi e archetipi e che hanno la capacità di rimodulare la coscienza collettiva. Per capirci, taglia con la retorica della modernità e del modernismo, della velocità e dell’efficienza della gioventù e della tecnologia; al centro non c’è internet, non c’è il mercato, non ci sono le banche o i dogmi.

 Al centro c’è un uomo, che va a farsi fare Papa in metropolitana, che si presenta dicendo “Buonasera”, ma cosa altro avrebbe potuto dire se non buonasera?

Fino ad oggi per essere al passo con i tempi dovevi essere giovane, senza esperienza, senza un passato perché ogni passato nasconde comunque delle cose; ebbene la Chiesa Cattolica si presenta con un uomo di 76 anni, un vecchio, che fa dell’esperienza e della sua stessa vita il portato della sua legittimazione.

Ma a fare questo gesto è una struttura occidentale, la più antica, vecchia e stantia, più impermeabile ai cambiamenti: la Chiesa Cattolica. Lo fa quell’organizzazione pervasa da scandali atroci economici, sessuali, politici, che ha mischiato la fede con il sangue e con ogni forma di bassezza, potere e denaro, vilipeso ogni forma di amore; questo per lo meno secondo l’immaginario collettivo e di resoconti di cronaca.

E proprio da questa struttura che viene un gesto unico, miracoloso, dalle porte della fine del mondo o poco prima, che rompe ogni indugio e ogni continuità, attiguità, connessione e complicità ed è incredibile come tre parole permeate di una credibilità, di una verità e di una fede originale possano cambiare il mondo o lo abbiamo già fatto.

Il Papa che si inchina al popolo, che lui conosce come pueblo, è qualcosa di innovativo, di mai visto e che nessuno si sarebbe mai aspettato. Un gesto di una modernità, di un’unicità e di una novità assoluta. Il Papa che ti augura buon riposo, che rischi di trovarti seduto accanto nell’autobus, che si paga il conto dell’albergo, che fa quello che dice di volere e che dice di essere quello che si vede e, nel vederlo, ti accorgi che è vero.

Ecco che tutto quello che è accaduto ora appare una minutaglia: la lotta delle banche, la Bce, lo spread, la rivoluzione di Grillo così piena di vendetta e risentimento, tutto appare come coriandoli di rottami, lontani, quasi mai esistiti.

Il Papa si è presentato chiedendo silenzio, la preghiera su di sé, il Papa che non benedice se prima il “pueblo” non ha pregato affinché Dio lo benedica. E’ un attimo, un secondo e non vi è uomo sulla Terra che non abbia colto il valore della speranza che questo ha definito.

Io da buddhista mi sono sentito fuori posto, ho accolto un sentimento forte e un chiaro richiamo alla Compagnia di Gesù. Il luogo giusto, il nome giusto, ho capito cosa voleva dire “Buonasera” e io gli dico “Benvenuto”, nulla era studiato, ma tutto era voluto.

La comunicazione non funziona se è una tecnica, se è un tecnicismo sul niente, funziona quando è espressione di una verità non apparente. Ho passato la vita a studiare la comunicazione per poi imparare, ieri, che basta dire Buonasera.

Ora mi domando come mai da quando sono nati i gesuiti non c’è mai stato un Papa gesuita? Mi domando perché nonostante San Francesco sia il patrono dell’Italia non ci sia mai stato un Papa che abbia sentito l’esigenza di chiamarsi Franciscus?

E mi domando se quel volo di Ratzinger oltre a portare via se stesso dal Vaticano verso Castel Gandolfo, le antiche prigioni, non avesse voluto portare via anche qualcos’altro.

E come è possibile che i Cardinali nominati da Ratzinger abbiano chiamato sul soglio petrino l’anti Ratzinger?

Un gesuita che sceglie un nome di Francesco è una combinazione incredibile. I gesuiti sono pedagoghi, amano la disciplina “todo modo para buscar la voluntad divina” a qualsiasi costo, a qualsiasi prezzo. Pedagoghi ma intransigenti, tracciano la linea tra il bene e il male, sono moderni, al passo con i tempi, ma mai appiattiti sui tempi.

Cosa penseranno adesso gli altri? Che idea si sono fatti quelli dell’Opus Dei, che da tempo hanno fatto della gestione del potere una manifestazione dell’esistenza di Dio?

I segni nel cielo di Roma, la città dove vivo, sono potenti, l’avvento di qualcosa di buono è chiaro a tutti. Ognuno poi valuterà con la propria coscienza il Papa che paga il conto dell’albergo, ma ieri con un semplice “Buonasera” si è compiuta una rivoluzione, un salto epocale e temporale. Un miracolo.