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Credo che dopo tre giorni di celebrazioni di Berlusconi che abbiamo ascoltato in ogni singolo intervento al congresso, dove non è mai mancata la citazione colante di lode al leader massimo, Silvio alla chiusura potesse sentirsi appagato, invece è partito addirittura con l’autocitazione stucchevole e superflua anche se stampata in carta pergamenata del suo discorso di debutto del 1994.

Ma a parte questa scivolata, il discorso di chiusura è stato maturo ed efficace, credo che per la prima volta non abbia pronunciato la parola “comunisti”.

Ha saputo tracciare la sintesi del futuro del suo partito e del suo governo, un partito post ideologico, inclusivo e moderno, che ha saputo infondere fiducia e speranza sulla crisi. ” Non lasceremo indietro nessuno” è uno slogan efficace e ha parlato, di riforme con convinzione.

Mi pare che oggi si sia aperto un fronte dialettico con Fini, il quale non era presente in sala (gesto significativo in sè), infatti al netto di “farfalle e calabroni” sulle riforme istituzionali Berlusconi ha replicato che lui e il suo governo le avevano già fatte nel 2005 e per colpa della sinistra non si sono realizzate dimenticandosi che quel progetto di riforma fu bocciato da un referendum popolare.

Sul testamento biologico, altra questione posta da Fini, Berlusconi ha fatto sapere di essere d’accordo ma nel suo discorso non ha toccato l’argomento e il suo “essere d’accordo” non si capisce se cambierà il percorso di quella “leggiaccia” che sta per essere cantierata dal nostro parlamento.

Sono d’accordo certamente sui maggiori poteri al Premier, in quanto bisogna compensare il vuoto tra la percezione della gente che vota per un premier e si ritrova un presidente del consiglio. Anche se questo non è certamente il primo problema istituzionale del nostro Paese, dotarci di istituzioni meno pletoriche è di vitale importanza.

Il sondaggio di giornata ha attribuito, secondo il Premier, il 44% dei consensi visto che partiva dal 43,2 le prime 2 giornate hanno reso solo lo 0,7%,, poco!! I nostri sondaggi siamo ancora fermi al 40% ma siamo datati a settimana scorsa e noi sondaggi di domenica non ne facciamo, vedremo se nei prossimi giorni se ci saranno delle conferme e se la corsa al 51% ha qualche fondamento.

Comunque complessivamente, il congresso mi è apparso sotto tono, meglio quello di AN dove il dibattito è apparso meno paludato e meno retorico e condizionato e dalla santificazione del leader carismatico.

Gli interventi che si sono ripetuti a raffica erano ripetitivi, noiosi e spesso mal fatti e ancor peggio interpretati si sono distinti in pochi, tra cui vi segnalo Formigoni. Tremonti per i contenuti, Brunetta per l’emozione, Sacconi per l’attacco, e naturalmente Fini per il coraggio. Tra i peggiori Ronchi e Giovanardi.e la Gelmini. Anche se la cosa veramente insopportabile è stata la musichetta tra un intervento e l’altro, che al quarantesimo oratore si era trasformata un incubo.
Concludendo, credo che su una cosa Berlusconi abbia ragione: la nascita del PDL è un evento storico con cui il nostro paese dovrà fare i conti nei prossimi decenn