Ci sono fatti e circostanze che non possono essere elusi e ignorati se finisci in un’indagine per mafia, perché fai affari con dei mafiosi ed è difficile venirne fuori. Ma nel caso di Ambrogio, gli avvocati, con rispetto e pazienza, hanno preso in carico le accuse e, una dopo l’altra, le hanno smontate dando risposte e rappresentando la verità delle cose con serietà e, ripeto, con rispetto.

Il risultato? È sconcertante. L’accusa si è spostata, ha cambiato scenari: dalla suggestiva accusa di organizzare il voto di interi palazzi di Baggio, mestamente smentita dai fatti e ridicolizzata dalla realtà, ad una vaga e vaporosa accusa di relazioni. Un’accusa incomprensibile nella sua articolazione.

Domani saranno 90 i giorni di prigionia per mio fratello. Giorni nei quali hanno potuto accertare che Ambrogio non ha mai conosciuto Zambetti e che non conosceva neanche i signori che “trattavano” con Zambetti. Le parole di gente che non ti conosce però, possono tenerti in carcere per 90 giorni: è successo e sta succedendo.

E se mio fratello non era a Milano e non conosceva il candidato, perché e come avrebbe potuto raccogliere voti che per altro non aveva per lui? È una follia! È tutto una follia ma allora perché Ambrogio resta in carcere? Forse in questo pesano le parole della Boccassini del 10 ottobre, il giorno dell’arresto di Ambrogio, quando in conferenza stampa, confondendo il Crespi Blogger con il sondaggista, ha detto: “Finalmente abbiamo trovato le prove del voto di scambio a Milano”. Certo, erano anni che cercavano, io non so se a Milano il voto subisca la pressione delle organizzazioni criminali, forse, quello che so, è che se le prove si reggono sulle accuse formulate ad Ambrogio allora stanno messi male. Le prove devono cercarle altrove.

E quindi dobbiamo dedurre che il rilascio di Ambrogio e la sua richiesta di proscioglimento con relative scuse da parte degli inquirenti resterà un sogno, perché contrasta con la guerra alla criminalità e alla crociata contro le mafie?

No, non posso crederci, sarebbe troppo assurdo se veramente avessero tenuto in carcere Ambrogio solo per difendere la loro indagine, la loro idea della realtà, un teorema, una violazione del diritto della legalità.

Come allucinante sarebbe pensare che la liberazione di Ambrogio e il suo proscioglimento possa rappresentare un colpo alla guerra, alle mafie, perché lo stato, la giustizia vincono sull’illegalità non quando si affermano con violenza, non quando armano il maglio di torquemada ma quando applicano le leggi, quando non ricorrono alle pastoie burocratiche nelle quali si insinua il dubbio e la male fede.

Mi aspetto che il pm D’Amico chieda la scarcerazione di Ambrogio e lo faccia subito perché LUI sa più di chiunque altro che Ambrogio è innocente. Mi aspetto da lui un atto di giustizia. Sarà un’attesa vana forse, ma è a lui che mi appello, ora che le sue indagini sono ormai avviate alle conclusioni non può non sapere quello che tutti possono vedere con limpida trasparenza. Spero che non trasformi Ambrogio da errore in martire, spero che non lo sacrifichi per nulla.

Ora cosa possiamo fare insieme ai tanti amici che hanno seguito il caso di Ambrogio Crespi con passione civile e coraggio? Francamente non lo so, posso dire quello che farò io dalla prossima settimana: estenderò lo sciopero della fame, arrivato al 55° giorno, a quello della sete. Anche se mi dicono che la cosa sarà influente e che chi deve decidere è sordo, io non ho altro che il mio corpo e la mia vita da mettere sul piatto di una giustizia ingiusta che vuole spazzare via la vita di mio fratello che è la mia vita stessa.

Grazie a tutti.

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