SWG per Agorà e Datamonitor per MF ci forniscono 2 profili dell’opinione pubblica che vanno in contrasto con la suggestione che sta contaminando i commentatori in Italia.

Vediamo le cose che coincidono: la luna di miele del governo Monti è finita, il premier non è più quel super Mario dell’esordio. Lo troviamo attestato intorno al 50%, sotto la somma dei partiti che lo sostengono, mentre il suo governo nel complesso pare avere perso la fiducia della maggioranza dei cittadini.

Per la Lega si tratta di un vero crollo: circa un terzo degli elettori ha lasciato la Padania, invertendo un trend che si muoveva in positivo da alcuni mesi; una tendenza pesante che potrebbe non avere segnato il punto più basso in questa fase.

Chi ne trae beneficio è il Pdl che recupera consensi in modo considerevole e praticamente sugli stessi valori del Pd che da tempo nei sondaggi era il primo partito italiano. Il Pdl un po’ sotto traccia e uscito giornalisticamente dagli scandali che l’avevano posto al centro per mesi: restano nella memoria quelli sessuali di Berlusconi che vengono vissuti come infinitamente meno gravi dei furti e deglii abusi di cui gli altri partiti si stanno rendendo protagonisti. Il Pd messo in crociera dai sindacati sull’articolo 18, piegato dalla vicenda Lusi e da una comunicazione che ha perso il nemico di sempre Berlusconi

Tiene nonostante gli avvisi di garanzia Vendola e il suo SEL. Va bene Casini anche se il Terzo Polo appare appannato come ipotesi politica anche perché Api ed Mpa sono quasi azzerati dalle difficoltà di questa fase. Solo Fli si tiene su una linea del 5% che rappresenta il minimo per potere stare nella partita.

Torna a crescere La Destra di Storace e prende un minimo di consistenza il Grande Sud di Miccichè. Organizzazioni nel centro destra che si candidano a raccogliere i frutti di questa fase di crisi dei grandi partiti che ha portato a crescere a livelli record L’Idv di Di Pietro. Crescita significativa anche dei Radicali di Bonino e Pannella che sia per Swg che per Datamonitor si attestano all’1,7%.

Ma chi ottiene il risultato più clamoroso è il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo che Swg attesta sopre il 7% e Datamonitor appena sotto.

L’area del non voto per Swg si restringe anche se di poco mentre per Datamonitor resta stabile; in entrambi i casi sotto il 50% e forse questo è il dato più interessante, perché le astensioni separate dagli indecisi pare dai due sondaggi posta in un’area che possiamo definire fisiologica. Certo i partiti per come si presentano non paiono essere attrattivi, ma non darei per scontato, visti questi risultati, un abbandono in massa del voto, come fanno gli autorevoli commentatori dei grandi giornali.