Anche questa settimana Berlusconi tocca un suo minimo storico, è evidente che la vicenda Ruby che ha
fatto rumore fino in Cina, crea quanto meno un giudizio sospeso nel suo elettorato, accentuando quella parabola discendente che ormai da settimana caratterizza la sua presenza sulla scena politica. Di questo non sembra avvantaggiarsi particolarmente l’opposizione, certo sia Vendola che Di Pietro hanno trend in crescita, ma complessivamente della crisi del Premier sembra trarne profitto soprattutto la Lega, ma anche Futuro e Libertà di Gianfranco Fini.

Con circa il 40% di indecisi e non voto, la questione centrale che coinvolge tutta la politica è la credibilità che impatta sulla fiducia che i cittadini hanno nelle istituzioni e nella politica in generale che si manifesta ai minimi termini. Questo in parte fa emergere con risultati apparentemente migliori quelle componenti politiche costituite da “tifosi” e penalizza quelle forze politiche che hanno un profilo più moderato. Questo rischia di innescare un meccanismo in cui il consenso cresce per chi urla di più in una fase nella quale la fiducia tende a comprimersi radicalmente. Non vi è dubbio per quanto riguarda il Premier che il suo modo giocoso e spregiudicato di gestire la sua vita privata stia impattando sul giudizio soprattutto del suo elettorato che in questa occasione sembra non essere divertito dalle sue storielle, dal suo approccio poco formale e così dissonante dalla condizione che ogni italiano comunque vive nella propria vita privata.
Insomma Berlusconi ha sempre rappresentato la pancia di questo Paese al di là di conformismi e ipocrisie ma forse oggi non si è reso conto che la pancia di questo Paese è vuota. Quindi non appaia contraddittorio il fatto che la maggioranza degli italiani reputa Berlusconi un perseguitato della magistratura.