La notte prima della giornata storica della fiducia a Enrico Letta mi ha sorpreso a Parigi una cena di lavoro con operatori pubblicitari dove ho rinverdito il mio francese. Per la prima ora non si è parlato di pubblicità o budget, ma solo di Silvio Berlusconi. Domande, domande e ancora domande che nascondevano incredulità e quasi sempre un giudizio già ben costruito.

La parte più fastidiosa è quando si passa al “voi italiani”, cui segue la solita sequenza di stereotipi che troppo spesso riusciamo a ben alimentare. In mattinata mi sono letto i giornali nelle due ore di volo che separano Parigi da Roma, tutto era chiaro e ben rappresentato, ma quando sono arrivato in sede, poco più tardi delle 13:30, il colpo di scena: Berlusconi aveva annunciato la fiducia al Governo.

La sorpresa e il brivido attraversavano la redazione. Silvio Berlusconi aveva regalato un’altra giornata al cardiopalma. Quando c’è in campo lui nulla è scontato e anche ieri non si è smentito.

Dopo la scossa e il brivido della diretta, però, gli sguardi sono diventati prima interrogativi e poi via via sgomenti: a chi mi chiedeva spiegazioni, a chi mi chiedeva chi avesse vinto, non sapevo dare risposte convincenti.

La vittoria di Berlusconi sarebbe maturata mettendo in imbarazzo i suoi uomini più fedeli e dando ragione ai “traditori”.

Certo ha spiazzato tutti, ma proprio tutti: amici, nemici e semplici conoscenti.

Certo se avesse votato la sfiducia avrebbe certificato una sconfitta che lo avrebbe messo ai margini del perimetro politico italiano e poi oggi i giornali di mezzo mondo avrebbero scritto che per il suo interesse personale aveva affondato l’Italia. Invece, hanno potuto semplicemente scrivere che ha perso. Ha perso, ma i gruppi alternativi a Forza Italia non ci sono ancora e la diaspora che sembrava sfociare in una scissione sicura non appare così certa come lo era ieri mattina. Colombe e falchi si confondono all’orizzonte e francamente è difficile dipanarsi nel caos che regna sovrano.

Intanto l’IVA è aumentata e quattro giovani su dieci sono disoccupati, solo per citare le ultime notizie in ordine di tempo.

Il combinato disposto dei problemi degli italiani e l’effetto che ne sta dando la rappresentazione della politica, aumenta sempre di più la distanza già marcata che la gente ha da quel pianeta ormai lontano.

È opinione diffusa che chi sarebbe delegato ad affrontare e risolvere i problemi sia la causa principale dei problemi o, nell’ipotesi più bonaria, sia incapace di comprenderli e di affrontarli. Berlusconi spesso ha condannato il “teatrino della politica”, ma questa vicenda ha assunto più i tratti della farsa che non della tragedia.

Ora, in molti aspettano un po’ scomposti l’arrivo della salma.

Ancora una volta viene annunciata la fine di Berlusconi e ancora una volta il funerale verrà fatto senza il feretro. Berlusconi è tuttora al centro della scena ed è sempre lui quello che riesce a essere il protagonista.

Un protagonista spiazzante. E per molti controverso.

Questo non attenua il disagio dei cittadini sempre più diffuso e rabbioso verso tutta la politica e contro la sua rappresentazione sempre più lontana, sempre più surreale, sempre più sulla luna.

E’ su questo che punto lo sguardo. E’ difficile prevedere quello che potrà accadere, quale forma prenderà la rabbia e contro chi e cosa si scatenerà. Ma ormai il percorso è segnato, inevitabile. E i palazzi e i loro abitanti sembrano più interessati al destino parlamentare del Pdl o alle mozioni del congresso del Pd.

Il risveglio sarà drammatico