L’arrivo del teutonico Antonio Marano ha raddrizzato subito un successo. Occorre che il prodotto abbia una sua dignità ma Mazza ha perso il controllo della prima puntata. Una tale figura meritava una bella lettera di dimissioni ma Mazza ha preferito l’umiliazione del commissariamento.

Certo che il “leghista terrone” solo con la sua presenza è riuscito a rendere anche più belle le canzoni. Infatti il pezzo di Emma e quello della Fornaciari si contendono il primato dei migliori brani del Festival. Ma la Fornaciari è stata buttata fuori al pari di Carone/Dalla, il vero scandalo di di Sanremo al quale, mi auguro, si ponga rimedio nel ripescaggio.

È tornata la modella Mrazova ma è stata oscurata dal volteggiare della “farfallina” di Belen che ha fatto impazzire i social network, intorno alla quale si è aperto un dibattito sul fatto che portasse o meno le mutande.

I soliti idioti ormai sono troppo “soliti”, hanno perso quella natura undergraund che avevano sui canali tematici. Come fenomeno nazional popolare appaiono ripetitivi e un po’ noiosi in sintonia con il Festival.

Celentano non ci è mancato sono mancati Luca e Paolo che nella prima puntata hanno rappresentato uno dei momenti di acuta intelligenza, capaci di cogliere quello che altri a stento sentono, riuscendo a renderlo patrimonio di tutti perché credibili e verosimili.

Questo è il Festival delle donne. A me sono piaciute oltre alla sorprendente Arisa, Emma e Fornaciari. Anche se la mia preferita resta la canzone di Carone/Dalla. Vittima di un incarnazione demoniaca quella del povero Gigi D’alessio, invece, dovrà munirsi di acqua Santa se dovesse essere ripescata.