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La mia poesia è alacre come il fuoco, trascorre tra le mie dita come un rosario, Non prego perché sono un poeta della sventura che tace, a volte, le doglie di un parto dentro le ore, sono il poeta che grida e che gioca con le sue grida, sono il poeta che canta e non trova parole, sono la paglia arida sopra cui batte il suono, sono la ninnanànna che fa piangere i figli, sono la vanagloria che si lascia cadere, il manto di metallo di una lunga preghiera del passato cordoglio che non vede la luce. – Alda Merini, da “La volpe e il sipario”

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… La verità è sempre quella,

la cattiveria degli uomini

che ti abbassa

e ti costruisce un santuario di odio

dietro la porta socchiusa.

Ma l’amore della povera gente

brilla più di una qualsiasi filosofia.

Un povero ti dà tutto

e non ti rinfaccia mai la tua vigliaccheria.

Alda Merini, da “Terra d’amore”

… Pensiero, io non ho più parole.

Ma cosa sei tu in sostanza?

qualcosa che lacrima a volte,

e a volte dà luce.

Pensiero,dove hai le radici?

Nella mia anima folle

o nel mio grembo distrutto?

Sei così ardito vorace,

consumi ogni distanza;

dimmi che io mi ritorca

come ha già fatto Orfeo

guardando la sua Euridice,

e così possa perderti

nell’antro della follia.

Alda Merini, da “La terra santa”

… Le più belle poesie

si scrivono sopra le pietre

coi ginocchi piagati

e le menti aguzzate dal mistero.

Le più belle poesie si scrivono

davanti a un altare vuoto,

accerchiati da argenti

della divina follia.

Così, pazzo criminale qual sei

tu detti versi all’umanità,

i versi della riscossa

e le bibliche profezie

e sei fratello a Giona.

Ma nella Terra Promessa

dove germinano i pomi d’oro

e l’albero della conoscenza

Dio non è mai disceso né ti ha mai maledetto.

Ma tu sì, maledici

ora per ora il tuo canto

perché sei sceso nel limbo,

dove aspiri l’assenzio

di una sopravvivenza negata.

Alda Merini, da “La Terra Santa” 1983

… Io sono certa che nulla più soffocherà la mia rima,

il silenzio l’ho tenuto chiuso per anni nella gola

come una trappola da sacrificio,

è quindi venuto il momento di cantare

una esequie al passato.

Alda Merini, da “La Terra Santa”


… Corpo, ludibrio grigio

con le tue scarlatte voglie,

fino a quando mi imprigionerai?

anima circonflessa,

circonfusa e incapace,

anima circoncisa,

che fai distesa nel corpo?

Alda Merini, da “La Terra Santa

Spazio spazio, io voglio, tanto spazio

per dolcissima muovermi ferita:

voglio spazio per cantare crescere

errare e saltare il fosso

della divina sapienza.

Spazio datemi spazio

ch’io lanci un urlo inumano,

quell’urlo di silenzio negli anni

che ho toccato con mano.

Alda Merini, da “Vuoto d’amore”


… Bacio che sopporti il peso

della mia anima breve

in te il mondo del mio discorso

diventa suono e paura.

Alda Merini


… Ti aspetto e ogni giorno

mi spengo poco per volta

e ho dimenticato il tuo volto.

Mi chiedono se la mia disperazione

sia pari alla tua assenza

no, è qualcosa di più:

è un gesto di morte fissa

che non ti so regalare

Alda Merini, da “Clinica dell’abbandono”

… Il Poeta raccoglie i dolori e sorrisi

e mette assieme tutti i suoi giorni

in una mano tesa per donare,

in una mano che assolve

perché vede il cuore di Dio.

Ma la città è triste

perché nessuno pensa

che i fiori del Poeta

sbocciano per vivere molto a lungo

per le vie anguste della grazia.

Alda Merini, da “Alla tua salute, amore mio”

… Del tutto ignari della nostra esistenza

voi navigate nei cieli aperti dei nostri limiti,

e delle nostre squallide ferite

voi fate un balsamo per le labbra di Dio.

Non vi è da parte nostra conoscenza degli angeli,

né gli angeli conosceranno mai il nostro martirio,

ma c’è una linea di infelicità come di un uragano

che separa noi dalla vostra siepe.

Voi entrate nell’uragano dell’universo

come coloro che si gettano nell’inferno

e trovano il tremolo sospiro

di chi sta per morire

e di chi sta per nascere.

Alda Merini, da “La carne degli angeli”