maltempo roma

Cosa fai se ti capita di aver fissato un appuntamento di lavoro di mattina presto a Roma, il giorno dopo il codice rosso per l’emergenza maltempo? Semplice, prima di uscire, cerchi informazioni, dai uno sguardo ai canali ufficiali, fai un giro su internet. Il peggio sembrerebbe passato, il “bollino rosso” è diventato arancione. Tutto regolare: sono persino aperte le scuole. La situazione è sotto controllo.

Allora cerchi un taxi, ma subito qualcosa non va: si rivela più difficile del previsto trovarne uno disponibile. Dopo minuti interminabili di attesa, ti rassegni all’idea che non ce ne sia neanche uno che si trovi nei tuoi paraggi e cosa fai? Prendi il tuo bell’ombrellino, indossi il trench ed esci di casa deciso a spostarti con i mezzi pubblici.

Da buon milanese trasferito a Roma da sette anni, non posso negare di avere una particolare predilezione per la metropolitana e una certa consuetudine ad utilizzarla. Ma qui a Roma, prendere la metro in situazione di “condizioni meteo avverse” si può rivelare proprio un’avventura: sai quando entri, ma non puoi essere sicuro di quando esci. E poi (sempre se la tua fermata non è chiusa perché già allagata), rischi di dovertici avventurare senza neanche poter chiudere l’ombrello: piove anche dentro. E rischi poi di finire chissà dove perché proprio dove devi scendere, il treno oggi non si ferma.

E così, è andata via già un’ora e non ti sei ancora neanche avvicinato al luogo dell’appuntamento.

Per fortuna, però, scopri che anche la persona che devi incontrare è in ritardo, anzi, è proprio bloccata! Nel traffico ovviamente, perché ha pensato di muoversi in macchina e si è ritrovato nel bel mezzo del caos della via Flaminia, congestionata a causa della chiusura del sottopasso “Euclide”.

A quel punto non ti resta che una sola cosa da fare: tornare a casa. Ma anche in questo caso lo smarrimento è totale: e ora come faccio a muovermi? Come vado? Come torno? Le notizie che riesci a carpire consultando lo smartphone con la poca batteria che ti rimane sono devastanti: l’esondazione dell’Almone ha allagato l’Appia Antica, l’albero che dà il nome a piazza Alberone è caduto ferendo una signora, a Porta Pia sono persino caduti pezzi di muro… Un giorno di ordinaria follia.

Ma se giovedì ci avete detto di restare a casa perché era previsto l’Armageddon, ieri, allora, cosa è successo? Possibile che dobbiamo essere sempre vittime delle paure, delle angosce, o del vizio di mettere le mani avanti dei vari prefetti o dei vari sindaci?