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Tanto rumore per nulla. Renzi si prepara ad entrare a Palazzo Chigi e il rottamatore si trasforma in un D’Alema qualsiasi. Anzi, peggio. Almeno D’Alema prese il posto di Prodi dopo il “tradimento” di Rifondazione comunista. In questo caso, invece, Letta verrebbe fatto fuori direttamente dal suo partito. Per carità: nessuno verserebbe una lacrima per la dipartita di un governo che ormai non convince più nessuno. Ma bisogna chiamare le cose con il loro nome.

Ora, se fosse vero che Renzi sta già lavorando alla lista dei ministri – senza ricevere la staffetta dalle mani di Letta ma con l’intenzione di soppiantarlo senza tanti complimenti – ci troveremmo di fronte a una mossa totalmente incomprensibile, palesemente contraria a quanto ripetuto con insistenza dallo stesso Renzi.

Può darsi che il leader del Pd stia preparando una lista ministri che farà sobbalzare il mondo intero. Un premio Nobel o un personaggio come Bill Gates alle Attività produttive. Sergio Marchionne all’Industria. Adriano Celentano allo Spettacolo. Effetti speciali, insomma, capaci di generare stupore e ammirazione anche nei più accaniti detrattori.

L’alternativa, per Renzi, è quella del declino prematuro di un leader che si farà cometa ancor prima di splendere.

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Maggioranze variabili, giostre di poltrone, mancanza di legittimazione popolare, giochi di potere: Renzi a Palazzo Chigi è qualcosa che puzza di vecchia Democrazia Cristiana. Come le larghe intese, il governo Monti o quello Letta, questa accelerazione potrebbe essere il solco capace di seppellire chi si è presentato agli italiani come un rivoluzionario.

Ora, faccio fatica a credere che Renzi possa commettere un errore di tale portata. O pensare di gestire la sua presenza a capo del governo come viatico di una futur campagna elettorale. Non riesco a credere, insomma, che Renzi possa pensare che il passaggio inevitabile della tornata elettorale europea possa essere favorito da una mossa con la quale smentirebbe clamorosamente tutte le cose che lui stesso ha urlato agli italiani e con le quali ha intercettato la loro fiducia.

Ecco, perché resto incredulo rispetto alle indiscrezioni che danno per scontato l’imminente avvento del governo Renzi. L’unico effetto – non affatto collaterale – sarà quello di aprire un autostrada per Berlusconi e una piattaforma che rilancerebbe tesi pentastellate che appaiono da tempo stonate e svuotate. Non ci resta che aspettare. Ma se Renzi farà Renzi non lo vedremo presto al posto di Letta.