La crisi che ha attraversato la Regione Lazio è di quelle drammatiche, una specie di catastrofe, non tanto per i contorni penali o economici, ma per il contesto in cui si è sviluppata e per le modalità con le quali è avvenuta.

In un momento in cui la gente è spaventata, preoccupata e messa in ginocchio da una crisi reale che sembra non abbandonarci, che ci segue, come un’ombra scura e condiziona le nostra scelte sul futuro e sul domani, sapere che qualcuno, con i soldi pubblici, fa la bella vita alla faccia dei cittadini è quanto di peggio possa capitare.

Quando ho visto che lo scandalo montava, anzi fioriva, tanto da conquistare le aperture di alcuni quotidiani, mi sono detto che questa era la fine, non solo della giunta ma di una fase e di un’esperienza politica.

E invece no, la Polverini – che sapete ho criticato aspramente molte volte, per un tasso di arroganza che, forse involontariamente, ha espresso nel suo modello comunicativo – in questa occasione è stata splendida!

Non si è fatta incastrare, non si è fatta mettere con le spalle al muro, si è girata come un gatto e ha affondato le unghie, da accusata è diventata accusatrice. Forse questo è dato ai politici e alle persone che hanno la coscienza pulita, che non hanno nulla da temere. Ha affrontato la crisi morale e politica della Regione, che in questi anni ne ha viste di tutti i colori, con fermezza coraggio e – udite udite – umiltà.

Ha fatto un discorso alla Pisana perfetto, senza una sbavatura, ha posto le condizioni della continuità dell’agilità politica: azzeramento dei fondi ai partiti, dimezzamento dei compensi e delle commissioni, tagli alle auto blu. E’ diventata lo strumento della “vendetta” dei cittadini. Lei, il bastone che ha colpito i “politici cattivi” e tutto questo correlato da una frase magica, che quasi ha commosso, materna, “chiedo scusa a tutti i cittadini”.

Brava Renata Polverini!