errani

“Vado al massimo, vado a gonfie vele, senza rischiare di incontrare quel tale che scrive sul giornale” canta Vasco, omonimo modenese del candidato governatore del centro sinistra in Emilia Romagna. Intervistare il ravennate Vasco Errani è un’impresa. Otteniamo dopo cortese ma estenuante trattativa solo otto, nove minuti a margine dei lavori dell’aula.

Presidente Errani, il sondaggio di Crespi ricerche la vede vincente su Anna Maria Bernini (Pdl) con il 58%. Cinque anni fa aveva raccolto il 62%. Come spiega questo calo? Non commento mai i sondaggi, perché li considero indicativi di una tendenza. E la tendenza che conferma il vostro sondaggio è che emiliani e romagnoli sono soddisfatti del tanto lavoro svolto in questi cinque anni. Proprio in questi giorni abbiamo approvato il Piano ter? ritoriale regionale, a distanza di venti anni dal precedente. È un piano condiviso con la società che segnerà il futuro della nostra regione. Intendiamo puntare sulla green economy, sul welfare di comunità, ma è un investimento che è reso possibile dai passi avanti fatti in questi anni. E poi c’è l’innovazione tecnologica, l’Emilia Romagna resta locomotiva d’Italia, mica vogliamo sederci sugli allori.

Quanto entusiamo! Dopo dieci anni ha ancora voglia di fare il governatore? Non si sente afflitto dalla sindrome Formigoni? La sindrome Formigoni?

Sì, siete entrambi bravi, competenti e popolari. Governate la più importante regione per il vostro partito, ma restate confinati nelle prigione dorata di Milano e Bologna… Lei parla così perché non mi conosce. Io sono felice di fare l’amministratore, è l’esperienza più bella. Ciò che ho fatto e sto facendo è frutto della mia convinzione. Ci credo!

Il sondaggio di Crespi ricerche rileva l’Idv al 6,3%, secondo partito della coalizione. Il suo vice sarà un dipietrista? Non parlo di queste cose prima delle elezioni. Le deciderò dopo.

Guardi che non è un bel segnale per gli elettori. Sembra che voglia dire, prima votatemi e poi vedrò cosa fare…. Ho sempre scelto in autonomia e con tinuerò a farlo. Ho il compito di costruire la coalizione e di scegliere le persone migliori sulla base delle mie preferenze e del rispetto di tutti.

Lei è una delle persone più spendibili del Partito democratico. Che consigli dà al suo partito? Dobbiamo contare nel contesto politico e per farlo dobbiamo dialogare con tutti quei settori con cui questo governo è sordo. Dobbiamo, ad esempio, dare risposte alla piccola e media impresa per rimanere il secondo Paese manifatturiero d’Europa. È una fase difficilissima quella che stiamo attraversando. Non credo che dire che la crisi non è ancora superata e che abbiamo un grandissimo problema dal punto di vista sociale, che è il lavoro, sia fare del disfattismo. Dobbiamo prendere atto che occorre una riforma degli ammortizzatori sociali: ciò che abbiamo fatto, l’accordo Regioni?Governo, per gli ammortizzatori sociali in deroga, non è sufficiente.

Ha finito? Non le va proprio bene niente di questo governo? Non ho finito affatto: la critica più seria che rivolgo al Governo è che non c’è una politica industriale. Occorrono politiche industriali di innova? zione e ricerca che siano in grado di dare una prospettiva nuova; su questo punto non ci siamo.

Se Atene piange, Sparta non ride. Il sindaco di Torino Sergio Chiamparino, presidente dell’Anci e autorevole esponente del suo partito, è critico verso l’attuale segreteria e le scelte fatte per individuare i candidati alle Regionali. È ancora del parere che Bersani persegua la strada giusta? Il progetto del Pd non è fallito, ha un’autostrada di fronte. Certo, non si può dire che non ci siano stati problemi ma stiamo lavorando ad un progetto di lungo periodo. E, lo ripeto, questo progetto passa per i problemi concreti degli italiani: le condizioni di vita delle persone, dei lavoratori. Il Clandestino

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