Dopo il caso Boffo e la vicenda della casa di Montecarlo se ti chiamano dal Il Giornale e ti dicono “ti scateniamo i segugi” chiunque si preoccuperebbe, dico chiunque.

Il vice direttore, Porro che si è appellato alla libertà di “battuta” è il primo ad essere in mala fede, perché alle sue battute e ai suoi scherzi non ride e non si diverte proprio nessuno.

Le insolenze di Feltri che senza mezzi termini ha detto “la Marcegaglia ci ha rotto i coglioni, cosa vuoi che ci freghi di quello che dice” rappresenta il modo peggiore di uscire da questa vicenda dove si confonde il giornalismo d’indagine con l’intimidazione e l’arroganza tipica di chi è travolto dal delirio di onnipotenza. E questo va detto con chiarezza anche se la presenza in questa vicenda del pm Henry John Woodcock è una garanzia per Feltri e i suoi che da i tribunali non avranno veri problemi, ma infatti la questione non ha il suo centro tra le carte bollate.

comunque la pensiate i giornalisti coinvolti de Il Giornale ne escono delegittimati e bene farebbe il Presidente del Consiglio a tracciare una linea di demarcazione netta con certi metodi e approcci che francamente lasciano allibiti. Ma ancor di più chi deve intervenire è l’editore che non può consentire che un manipolo di arrogantelli avvelenino il Paese con l’alibi delle copie vendute.

Vendere non è tutto e la barbarie civile non può essere il prezzo che siamo disposti a pagare, perché allora dovremmo giustificare in nome dell’audience programmi come “Chi l’ha visto” che comunicano l’atroce morte di una figlia ad una madre in diretta, senza pudore e senza pietà, solo in virtù di un diritto di cronaca che risponde ad un bieco interesse.

In che Paese viviamo? E su quali valori umani si basa e da chi devono essere difesi? Questa è la domanda che mi faccio e a cui non trovo una risposta.