Il comandante Folgore questa mattina è morto a 98 anni  lucidissimo e sereno.

E’ stato per me e mio fratello Ambrogio la figura centrale della nostra esistenza, il pilastro su cui abbiamo fondato la nostra vita.

Non solo un nonno e un padre ma l’esempio con cui confrontarsi e di cui mai ci riveleremo all’altezza.

Comandante partigiano delle Brigate Garibaldi, fu arrestato e deportato e davanti al plotone d’esecuzione schierato non rivelò i nomi dei suoi compagni. Esecuzione da cui si salvò grazie all’avvento della liberazione.

Luigi Farano ha fondato cooperative, masso insieme persone che ha saputo guidare con rettitudine e dignità, dopo i moti della Breda fu uno dei sindacalisti licenziati e quando il suo partito gli offrì un posto di funzionario la sua risposta fu perentoria “non sono degno di essere stipendiato con i soldi dei lavoratori”

Il lavoro è stata la cifra della sue esistenza con il quale anche in tempi buissimi ha saputo garantire una vita dignitosa ai suoi figli.

Il nonno faceva fatica ad interpretare i nostri tempi e temeva che il suo sacrificio e quello dei suoi compagni fosse vanificato e disperso in una modernità da cui aveva preso ormai le distanze.

A noi resta la sua memoria, la sua passione politica e sociale, il suo amore per questo Paese e per la sua compagna che è durato tutta la vita e che oggi ha raggiunto in un luogo dove troverà anche mia madre partita per prima e non ancora arrivata.