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I sondaggi pre-elettorali per le Primarie sono francamente complessi: la base elettorale scende a 16 anni, si estende agli extra-comunitari e ancora oggi le persone intervistate che si dichiarano disponibili, ma non sicure di andare a votare, sono intorno al 30%. Inoltre il sistema delle Primarie del PD è permeabile e condizionabile da elettori diversi e opposti allo stesso PD.

Questo preambolo, per far comprendere quanto sia difficile o addirittura inutile pubblicare sondaggi come molti di voi mi hanno chiesto. I dati che sono in mio possesso, danno comunque ancora in vantaggio Bersani, ma negli ultimi giorni di campagna elettorale chi è riuscito a caratterizzare meglio la propria presenza mediatica è stato sicuramente Dario Franceschini che voi sapete che su questo blog è stato criticato senza mezze misure, ma che è riuscito a far emergere il suo profilo caratterizzato da tre fattori:

1) la novità

2) l’antiberlusconismo

3) la brillante trovata del calzino azzurro.

Bersani dal canto suo, nelle varie apparizioni televisive, ha giocato soprattutto in chiave di rassicurazione e solidità, ma ha pagato un prezzo altissimo a D’Alema e Bassolino, non compensato dalla sua competenza e concretezza sulle questioni economiche.

Marino è andato meglio, soprattutto nelle grandi città e al nord, dove potrebbe rappresentare una sorpresa, perché è riuscito ad incarnare bene l’idea della laicità e dei diritti, ma ogni volta che è uscito dai temi che gli sono congeniali è stato abbastanza disastroso.

Cosa può accadere nelle urne? La cosa più scontata è che vinca Bersani, confermando anche se con un margine più ristretto, quello che è stato il voto degli iscritti, ma se il numero degli elettori sarà superiore ai due milioni, cosa non improbabile, nelle urne potrebbe capitare di tutto, proprio perché si annullerebbe il vantaggio che Bersani ha tra i suoi elettori. Se gli elettori radicalmente anti-berlusconiani, che fanno riferimento all’Italia dei Valori, ai Grillini e ad alcune aree dell’estrema sinistra, andranno a votare in massa, saranno capaci di ribaltare il risultato portando Franceschini a vincere le primarie. Stessa cosa potrebbe capitare a Marino che potrebbe ottenere una quota superiore a quella ottenuta tra gli iscritti, se parte della sinistra extra-parlamentare e i Radicali di Pannella-Bonino, decideranno di sostenere questa opzione.

Una cosa è ragionevolmente certa: Bersani anche se dovesse vincere, lo farà con una percentuale più bassa di quella ottenuta tra gli iscritti.

Molti di voi mi chiedono se andrò a votare alle Primarie, e vi rispondo che sono tra quel 30% di indecisi: il mio essere “pannelliano” mi porterebbe a votare Marino, ma francamente non mi ha convinto e non mi piace. La mia tradizione comunista subisce inesorabilmente il fascino del rassicurante Bersani, ma francamente anche le tradizioni prima o poi cambiano. Resta Frnaceschini che è ancora troppo “veltroniano” per avere il mio voto e uscire di casa per votare scheda bianca mi sembrerebbe francamente una perdita di tempo.