Unanimi i consensi per la nomina di Angelino Alfano, nomina per un ruolo che formalmente non esiste, consenso per le sue dimissioni, perche’ La Russa puo’ fare il ministro e guidare il partito come ha fatto in questi anni, ma Angelino no? Forse, perche’ in quel ministero non ha rispettato il mandato che gli era stato affidato?

Di certo non passera’ alla storia per le sue grandezze di ministro, ma alla storia ci e’ passato perche’ quando ha guidato il partito in Sicilia e’ riuscito a mettere la firma su una premonitrice scissione, quella con Micciche’ che ha causato la distruzione del consenso nella regione piu’ generosa con Berlusconi segnata nel tempo ancora con il leggendario 61 a 0. Ma sempre in Sicilia e’ riuscito ad imporre il candidato alla regione, quel Lombardo che poi ha espulso il Pdl dalla guida della Sicilia, impresa che sembrava impossibile a chiunque.

Con questo trascorso Alfano rappresenta una garanzia per rendere breve l’agonia del Pdl. Gli applausi di tutti compresi quelli di Italo Bocchino fanno impressione ma non devono impressionare, perche’ non cambiera’ quello che dovrebbe essere cambiato: minimizzare la sconfitta e tornare al mito inviolato del principe taumaturgico ed unto dal signore sembra essere l’unica vera strategia a cui gli italiani hanno gia’ espresso il proprio gradimento. L’impero colpisce ancora e il segretario politico del piu’ importante partito di governo viene scelto senza partecipazione e senza nessuna parvenza di Democrazia.

Vabbe’, tranquilli e’ evidente che con l’avanzata degli anni si diventa sordi e miopi e allora quello che il Pdl. E i suoi uomini non hanno voluto intendere dopo Milano, Napoli, Cagliari, Gallarate etc… etc… Sara’ inteso presto, prestissimo quando passera’ per le strade e nelle piazze per esplodere nelle urne e allora a pagare sara’ Angelino…