Perché resta in carcere Ambrogio Crespi? Perché tanto accanimento contro di lui?

E’ incensurato; non può di certo reiterare il reato di cui è accusato e del quale si professa innocente, cioè avere fatto da intermediario per i voti della ‘ndrangheta all’ex assessore alla casa della giunta Formigoni, Domenico Zambetti; non può inquinare le prove visto che lo scorso marzo l’inchiesta si è chiusa e il 17 luglio inizierà il processo di primo grado con rito immediato. E ci vuole tanta, ma tanta, cultura del sospetto per credere in un pericolo di fuga di una persona che ha una moglie e un figlio di dieci mesi che lo aspettano semplicemente a casa.

Da più di sei mesi.

 

A quanto pare i pm di Milano e il Gip, però, non la pensano così. E tanto sono convinti di avere ragione che hanno anche ignorato la ratio di una sentenza costituzionale, la 57 dello scorso 29 marzo, redattore il giudice Giorgio Lattanzi, che ha eliminato per i reati tipici dell’associazione mafiosa, 416 bis codice penale, così come inquadrati nell’articolo 275 codice di procedura penale, comma secondo periodo terzo, che recepisce in toto il famigerato articolo 7 del decreto sicurezza del 2009 che porta le firme di Maroni e di Alfano, ogni automatismo e presunzione di necessità della custodia cautelare per il solo fatto di essere, questi reati strumentali, stati compiuti, in ipotesi, da associati della mafia.

Allora, uno penserebbe: a maggior ragione la cosa dovrebbe valere per chi è accusato di essere solo un concorrente esterno della criminalità organizzata. E invece no: in questo caso c’è stato un formalismo delle tesi della pubblica accusa; poiché sulla fattispecie del concorso esterno la Consulta ancora non si è pronunziata niente ragionamenti di analogia “a maggior ragione”, semplicemente si dice ad Ambrogio – e a persone che stanno nelle sue stesse condizioni -: “solleva anche tu la questione davanti alla Corte costituzionale e poi stiamo a vedere”.

Intanto i mesi passano e Ambrogio, mio fratello, per il quale si è mobilitata un’importante campagna da parte della stampa e dell’opinione pubblica, rischia di andare a processo da detenuto. E quando la Consulta avrà dato ragione anche a chi solleverà, noi in primis, questa specifica eccezione di costituzionalità relativa ai reati di chi della mafia è accusato di essere concorrente esterno, lui si sarà fatto dentro altri mesi di ingiusta detenzione. E questo proprio quando tutte le evidenze dell’inchiesta dicono che le accuse contro di lui stanno cadendo una ad una in maniera clamorosa. Cosa che potrebbe fare pensare che i pubblici ministeri tenendolo dentro stiano più che altro difendendo la propria inchiesta piuttosto che le esigenze cautelari della stessa. Naturalmente speriamo di sbagliarci, ma per ora le cose sembrano stare così.

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