La conta algebrica parla di una vittoria del Pd di Bersani che affronta la vittoria con la miopia di un gruppo di “resistenti”: perdono Palermo contro una figura “jurassica” come Leoluca Orlando; vince a Genova con un candidato altrui e perde, soprattutto, Parma. E’ chiaro che la fuga dalle urne e lo sgretolamento del sistema dei partiti sembra non sfiorare la fulgida vittoria del Pd di Bersani che vince e non si capisce per chi e per cosa. L’unica cosa chiara è contro chi ha vinto: contro un Pdl che ha esalato gli ultimi respiri, che è stato cancellato elettoralmente e politicamente. Stagione finita. E la primavera moderata non nasce dal Terzo Polo che non può affrontare il futuro con la vittoria di Cuneo.

Quello che perdono il Pdl e la Lega, non lo recupera Casini e Fini. Vanno tutti a casa: la Lega, che perde sette ballottaggi su sette, a cui rimane solo Tosi, ma anche il Terzo polo.

Ora, Alfano annuncia grandi novità. Non deve sbagliare perché non avrà un’altra occasione. La verità è che i moderati in Italia restano la maggioranza, ma non si sentono rappresentati da nessuno e sarà necessario avere il coraggio di rompere con il passato, mandare in pensione le vecchie bandiere e i vecchi simboli. Occorre avere il coraggio di mandare a casa un’intera generazione di classe dirigente che ha fatto il suo tempo.

Idee nuove, facce nuove, contesti nuovi. Una rigenerazione che il Pdl, ammettendo la sconfitta, potrebbe tentare di incarnare. Dico potrebbe.

I grillini ora li vedremo alle prese con il governo di una città come Parma, sepolta dai debiti; hanno promesso il governo dei cittadini, la democrazia diretta: li vedremo alla prova dei fatti, ma i grillini pervasi dalla vittoria, appaiono improvvisamente vuoti e retorici, a tratti insopportabili, ossessivamente ripetitivi. Ma ora sono un’opzione politica e dovranno incrociare le loro teorie e la loro protesta con il governo delle cose. Io non credo che saranno in grado di fare il salto di livello, un salto di coscienza molto violento che ha a che fare non solo con gli interessi, ma con la responsabilità. Vediamoli: comunque finiranno io gli sono grato hanno dimostrato la centralità della rete e oggi non faccio più fatica a parlarne; hanno dato uno schiaffo in faccia al futuro fatto di rassegnazione. Ora tutto cambia, ora la selezione farà andare avanti non chi ha più appoggi o soldi. Dopo questa giornata il talento conta un po’ di più e questo lo dobbiamo a loro.