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Cariche istituzionali e Governo: la fiducia nel Presidente del Consiglio rimane stabile sui massimi fatti registrare a settembre con il 62%. Gianfranco Fini sale al 56% e sopravanza tra le cariche istituzionali il Presidente della Repubblica, Giorgio Napoletano che scende al 55%. Bene anche il Presidente del Senato che per la prima volta varca la soglia del 50%.
La fiducia nel Governo, pur stabile al 56%, fa registrare una flessione dello 0,5 rispetto allo scorso mese.
I Ministri: sono tre i Ministri che si dividono la vetta della classifica tutti attestati sul 55%, ma con Tremonti in calo di 2 punti, Maroni stabile e Brunetta in crescita. Sale Ignazio La Russa al 53% che sorpassa Frattini al 52%, appaiato ad Angelino Alfano. Sacconi probabilmente paga le polemiche dell’affaire Alitalia con una flessione che comunque lo mantiene ancora sopra il 50%, mentre Maria Stella Gelmini da questo mese guida la particolare classifica dei “ministri al femminile”, infatti con 4 punti in più sopravanza Meloni e Prestigiacomo che flettono entrambe di 2 punti attestandosi al 48%. Stabili sostanzialmente gli altri che si muovono in un’oscillazione di uno o due punti. Fuori dalla bufera Mara Carfagna, per mesi ultima in classifica, si avvicina alle medie degli altri ministri lasciando il titolo di fanalino di coda a Calderoli.Complessivamente i ministri che perdono consenso sono 7, quelli che recuperano sono 5, gli stabili sono 8.

I Partiti: la coalizione che fa capo a Silvio Berlusconi fa registrare una flessione dello 0,8% che va ricercata soprattutto nella performance del Movimento per l’Autonomia che nell’ultimo mese passa dall’1,5% allo 0,9% scontando probabilmente le polemiche relative a quello che i media hanno chiamato “Parentopoli”, nella regione guidata da Raffaele Lombardo, leader dell’MPA. Anche la Lega ha un assestamento verso il basso dello 0,2, passando dal 9% all’8,8%, mentre il PDL si mantiene ai suoi massimi con il 42%. Comunque si tratta di una situazione stabile. Qualche movimento in più invece all’opposizione dove per la prima volta da maggio scorso registriamo lo stop alla prepotente crescita dell’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro che perde un punto attestandosi al 7% a favore del Partito Democratico che passa dal 28% al 29,7%. Anche l’UDC di Casini con il 4,2% segna un più 0,2 sul suo tabellino di marcia. Interessante osservare che La Destra di Francesco Storace chiude con un saldo a pareggio con il 2% ammortizzando senza perdite il rumoroso abbandono di Daniela Santanchè. Da questo mese esce di scena la Sinistra Arcobaleno rientrano Rifondazione Comunista con un discreto 2,3%, i Comunisti Italiani con lo 0,7% e i Verdi con un pessimo 0,3%. Male anche i Socialisti guidati da Nencini che scendono allo 0,6%. La differenza tra i due schieramenti passa dal 15,5 al 15,0%.

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