Sabato mattina, quando mi sono svegliato lentamente, ho pensato di affrontare una giornata di lavoro e, mentre spettinato bevevo il mio caffè, ho acceso il televisore e mi si è gelato il sangue: una bomba davanti ad una scuola a Brindisi, feriti e morti tra ragazzine di 16 anni.

Un’angoscia mi ha preso di soprassalto, il pensiero subito a mia figlia che ha 16 anni e che la mattina era andata a scuola. Mi attacco al telefono, ma non risponde è in classe, il cellulare è spento, ma lei tornerà a casa dal suo papà non come Melissa che a casa non tornerà più. Il magone mi prende la gola, non riesco a vedere le immagini di quelle madri e quei padri disperati a cui mi sento vicino e che non so come faranno a sopravvivere, a sopportare una tragedia di questa portata.

Oggi, sono Brindisino. Oggi ogni padre o ogni madre si sente padre e madre di Melissa.

Nei miei 49 anni ho visto le piazze bruciare, cadere muri, ho visto la gente morire per strada, ma una bomba su delle bambine di 16 davanti ad una scuola non a riesco a sopportarla non la voglio vedere. Brindisi non è Baghdad. E noi non ci rassegneremo!