Non intendo nascondere la mia passione per OBAMA che non è nata oggi, sono stato uno dei primi ad ascoltare e credere che Barack Obama potesse rappresentare il cambiamento che quelli della mia generazione hanno coltivato nella memoria dei due Kennedy.

Questa notte l’ultimo confronto con McCain potrebbe rappresentare l’ultimo ostacolo, anche se credo che il fatto di dover recuperare su Obama metterà il “vecchio” McCain in condizione di sbagliare.

Obama ha tre possibilità in caso di vittoria, essere come Roosvelt cioè l’autore di una rinascita, che in questo caso prima che economica dovrà essere morale, oppure come Carter protagonista del più grande fallimento democratico che costò all’America l’avvento del reganismo, in cui troviamo i fondamenti della crisi etica e finanziaria che ha travolto il mondo in queste ultime settimane, la terza è quella dei Kennedy, l’opzione tragica che porterebbe a stroncare la speranza del cambiamento con il solito attentato, opzione che mi fa accapponare la pelle, ma che è tutt’altro che scolastica.

Intanto Obama cresce, il vantaggio secondo l’ultimo sondaggio condotto per conto di Cbs/New York Times, è ora 14 punti avanti rispetto a McCain, 53-39. Al repubblicano McCain non resta che sperare nel duello televisivo, Obama ha anticipato il rivale di qualche ora, fornendo alla stampa il testo del suo programma per combattere la crisi e rilanciare la stabilità della classe media. Questa mossa gli è valsa  il balzo di consensi anche in Stati dove è meno forte il suo fascino. McCain è parso in difficoltà, non ha saputo reagire con le giuste motivazioni ed in modo efficace.