Non voglio essere irrispettoso nei confronti del Presidente della Repubblica. Ma sicuramente critico nei confronti di chi incarna questa istituzione, cioè Giorgio Napolitano.

Un signore che era comunista ma solo un poco, riformista ma quanto basta, migliorista ma non del tutto, che oggi si presenta col suo bagaglio di incertezze e con il suo tentennare che francamente appare insopportabile e sempre più simile alla parodia fatta da Crozza. Tentenna ma poi firma in cambio del biscottino.

L’ultima l’ha fatta in questi giorni, la maggioranza di Governo trova accordo su una legge, nella fattispecie il lodo Alfano costituzionale, che ha le stesse caratteristiche di almeno altre tre leggi simili sempre da lui già firmate, sempre tentennando però. Ma questa volta, fa uscire una lettera nella quale pone le sue obiezioni.

Obiezioni che vengono immediatamente accolte da Fini e amici che fanno aprire il dibattito e cadere il lodo Alfano e allora di corsa il “Presidente Tentenna” ha emanato una nuova lettera nel quale assicura e rivendica la sua assoluta imparzialità dal dibattito politico.

Dicendo a chiare lettere che forse era stato male interpretato, forse anche strumentalizzato. Caro presidente… ci sarebbe una soluzione a tutta questa moina: firmi leggi in cui crede, dica cose che può sostenere e non aumenti il casino che in questo paese certamente non manca.