La colpa è anche di Fazio che non ha fatto una vera domanda, un’intervista in ginocchio che non aiuta certo l’intervistato. Evitare le domande sulla trasparenza annunciata dal suo governo o saltare a piè pari i rincari che hanno colpito le famiglie non aiuta il premier che risulta un privilegiato, uno a cui certe domande non possono essere fatte. Il risultato è che appare sempre di più come un supponente, alle barzellette di Berlusconi contrappone freddure, uno spirito sottile e austero dotto e competente che non sfonda, non scalda nè il cuore, nè la testa.

Infatti Mario Monti parla un linguaggio lontano che la gente non capisce. Il suo target sembrano sempre di più le cancellerie europee e le burocrazie comunitarie. Gli italiani gli hanno dato un’enorme fiducia e questo ha creato una grande aspettativa, ma, ad oggi, i tagli e i sacrifici non hanno dato i risultati sperati e rischiano di essere vani.Ad oggi riforme ed equità restano promesse veghe e confuse.

Ad oggi il tempo di Monti pare già quasi finito, sostenuto dall’inettitudine di una classe politica sempre più incapace e vile frutto di una selezione idiota e suicida.

Si dice che in politica i vuoti si riempiono per inerzia, ma qui il vuoto pare espandersi senza speranza.