milano

Acida matrigna, vinile graffiato.

Sordo il rumore di fondo di Milano, che scuote l’incubo del rigurgito di se stessa.

Eppure, i cieli tersi si estendono oltre questo cielo piombato.

Eppure, è questa la mia casa la mia terra. Violata, violentata e trascurata… pur sempre mia.

Ti guardo in questo tuo inverno; ti guardo e passo di nascosto, come dissidente dal suo esilio ritorno, ma non sorrido.

Milano: è questa la mia casa, ma non cercatemi, non mi troverete. Per ora inseguo parabole lontane, rinuncio alla fuga in tram, all’ordine terrificante senza futuro.