MILANO
10 Febbraio 2014
Acida matrigna, vinile graffiato.
Sordo il rumore di fondo di Milano, che scuote l’incubo del rigurgito di se stessa.
Eppure, i cieli tersi si estendono oltre questo cielo piombato.
Eppure, è questa la mia casa la mia terra. Violata, violentata e trascurata… pur sempre mia.
Ti guardo in questo tuo inverno; ti guardo e passo di nascosto, come dissidente dal suo esilio ritorno, ma non sorrido.
Milano: è questa la mia casa, ma non cercatemi, non mi troverete. Per ora inseguo parabole lontane, rinuncio alla fuga in tram, all’ordine terrificante senza futuro.