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Dopo vent’anni trascorsi ad occuparmi di campagne elettorali in Italia e nel mondo ora “passo”. Trovo esaltante la frenesia della campagna elettorale, la lotta che in essa si esprime attraverso le sue molteplici dinamiche. È una parte della mia attività che da sempre mi appassiona e mi diverte.

Mosse e contro mosse, capacità di rappresentazione di modelli comunicativi su una scacchiera capace di esaltare il meglio delle intelligenze attive.

Ho sempre voluto scegliere le persone che mi “arrivavano”, che “sentivo”, che mi piacevano a prescindere dal colore politico.
Ora mi fermo un giro. “Passo”, perché le scelte e le dinamiche attraverso le quali chi è chiamato a decidere, decide, mi sembrano il frutto di un delirio.

Una stagione, un’era sono finite da tempo, ma ancora troppo forte è la resistenza di chi ha le proprie radici nel passato.

Davanti alla terza generazione di nativi digitali c’è ancora chi ragiona con i piedi nel pantano ottocentesco. Bizantini, rettili e prepotenti. Il tempo non si ferma e questa tornata sancirà la fine del tempo di chi oramai tempo non ne ha più.

È qui che bisogna avere il coraggio di fermarsi e di saltare il giro. È qui che, nonostante le tante offerte, io ringrazio e mi fermo.

Scelgo di dirottare il mio impegno e la mia professionalità verso la costruzione di una nuova “casa” con chi è animato dallo spirito giusto; una nuova avventura che segnerà la mia vita professionale.

Il passato è in coda al futuro: ora aspetto che passi quello che è già passato.