20150707044235Matteo Renzi ha conquistato il 40% dei consensi gridando dalla Leopolda che avrebbe rottamato un’intera classe dirigente salvo poi selezionarla e rottamare solo quella parte che non si è sottomessa, legittimando così l’opposizione interna fino alla scissione.
Matteo Renzi ha conquistato il 40% gridando dalla palco della Leopolda che l’Europa doveva cambiare verso e che avrebbe sbattuto i pugni sul tavolo.
Poi si è trovato a fare il coro alla Markel in modo così plastico da apparire persino fastidioso.
Non si può contare sempre sulla memoria breve.
Non si può cercare la battuta ad effetto, la pacca sulla spalla, non si può cambiare posizione senza una spiegazione.
Renzi contiene nel suo messaggio un valore di cambiamento e di speranza
Ancora, oggi non ha un avversario credibile e convincente.
Ma il tempo, il suo tempo non sarà uguale a quello che hanno avuto altri.
Ora, Matteo Renzi deve decidere il suo destino o il destino deciderà per lui.
Se non corregge il suo modo di rappresentare idee e prospettive, se non va oltre i tweet, se non esce dalla sindrome del selfie, se non cambia passo rinforzando la parabola del “fare quello dico”, se non darà corpo ad un orgoglio nazionale che gli italiani hanno perso da decenni, se non farà un passo oltre il coro di consensi toscani di cui si circonda e non riuscirà a mettere l’orecchio a terra per ascoltare il brontolio sempre più forte, verrà travolto e con lui anche quello che di buono è riuscito a fare e quello che forse potrebbe riuscire a fare. E se l’alternativa è Salvini forse avremo solo qualche problema in più