Appare carino, simpatico, leggero senza essere calvinista. Arma letale: Battuta veloce, empatia avvolgente ma, come la migliore tradizione fiorentina, riesce ad essere anche feroce. “Voglio un partito di gente normale non fatto da chi si fa accompagnare all’Ikea dalla scorta” (e la Finocchiaro è servita). Ma è l’unico credibile a sinistra quando parla di futuro, non per l’età anagrafica ma perché non pare avere nessuna nostalgia per alcun passato.

Il ragazzo di campagna oggi incalzato da Lucia Annunziata è riuscito in mezz’ora, come in un bigino, a spiegare perché è lui il favorito alle primarie (se le faranno). Plasticamente ha messo in mostra come devasterà l’apparato ombroso di un partito fatto di funzionari non funzionanti, più di quanto ci sia riuscito in vent’anni il centrodestra. Forse è per questo che è l’unico a sinistra che può aspirare a piacere agli elettori di centrodestra oggi confusi e irretiti dal vuoto lasciato da Berlusconi.

Matteo Renzi comunica e sa comunicare e lo fa con freschezza ma la sua comunicazione non è nè plastificata nè surreale. Concilia, denuncia i disagi con proposte e riesce ad essere convincente senza supponenza e senza cadere nella retorica degli annunci e delle promesse.

Secondo me, questo Renzi è per Bersani incontenibile. Non ci sarà gara quando Matteo dipanerà la sua spinta comunicativa: il segretario del Pd ne sarà travolto.

Renzi è uno dei pochi che conosce gli strumenti di Beppe Grillo ed è uno dei pochi che non lo teme. L’invettiva di Grillo non attacca con Renzi e non regge perché lui è credibile come soggetto di governo mentre il comico genovese è ancora alla ricerca degli assessori in seconda persona a Parma.

Matteo Renzi che avevo già apprezzato alla Leopolda, per gli elementi di rottura ed innovazione che quella manifestazione ha rappresentato, appare già in campagna elettorale. Una campagna pianificata, capace di dettare il tempi e non costruita per inseguire gli eventi.

Oggi da Lucia Annunziata per lanciare la Leopolda 2, ieri ha incassato un’endorsement importante di una vera icona. Roberto Benigni, l’uomo che prese in braccio Enrico Berlinguer, insignito della cittadinanza onorararia di Firenze lo ha abbracciato dicendo “quando sarai premier io farò il sindaco di Firenze”. E queste sono cose che pesano.

Certo la strada è lunga, piena di insidie e di resistenze ben organizzate ma lui rompe il gioco tra politica e antipolitica che in realtà si sostengono a vicenda. Infatti Grillo non avrebbe motivo di esistere se la politica non fosse animata da zombie.

Interpretare questa fase pre-rivoluzionaria, decadente e depressiva, è fondamentale e a me pare che Renzi sia uno dei pochi che tenta di farlo.

Sarà un’estate calda con Grillo che cercherà un’evoluzione al suo successo. Il centrodestra post berlusconiano alla ricerca di un leader e di un progetto (io ho un’idea ma mi taccio) ma con un protagonista già sicuro, Matteo Renzi.