numeri_tondi

Se la candidatura in realtà è una “ri”?candidatura, allora in ballo non c’è solo un giudizio sulla persona, ma soprattutto su quanto quella stessa persona ha fatto nei cin? que anni precedenti. E il 54% certificato da Crespi Ricerche sul nome di Mario Spacca, contro il 46 di Erminio Martinelli, è in un certo senso una promozione, per ora solo nei sondaggi, di 5 anni di governo delle Marche.

«Un dato molto positivo sul presidente in carica, anche oltre le intenzioni di voto sulle liste», sottolinea Massimo Vannucci, deputato Pd alla seconda Legislatura ed esponente di spicco del partito marchigiano.

E’ un dato in cui riconosce la fotografia politica della regione? «In effetti sì. Le Marche sono una regione con una particolare stratificazione dal punto di vista economico?sociale, per certi versi molto simile al Nord?Est. In altre parole non sono una regione “rossa” come si potrebbe pensare. Ed è anche per questo che il centro?destra non si capacita di come sia possibile, in un territorio in cui un cittadino su otto svolge un lavoro autonomo, che il centrosinistra goda di tanto consenso».

A proposito di consensi, sorprende il 7,5% della Lega Nord… «Francamente credo sia sovrastimato. Quando si pone una domanda in un sondaggio gli elettori rispondono secondo un modello di tipo nazionale. Ma quando poi si entra nel contesto territoriale di un’elezione amministrativa, come sono le regionali, è altrettanto normale che la valutazione sugli uomini in campo finiscano per prevalere. Per questo ritengo anche che il nostro dato (Pd al 34%, ndr) migliorerà ulteriormente».

Capitolo spesa sanitaria: spina nel fianco per molte regioni, specialmente del centro?sud, ma non per le Marche… «Le Marche sono la regione con la maggiore aspettativa di vita in Italia e il rapporto tra spesa ed efficienza del servizio sanitario viaggia su livelli ottimi. Quando in passato abbiamo avuto le prime avvisaglie di sforamento, abbiamo messo immediatamente in atto una riforma sanitaria che ha saputo mediare tra l’esigenza di centralizzazione gestionale e la delocalizzazione territoriale. Una sola Asl con 13 diramazioni territoriali, in pratica una specie di holding».

Spacca si presenta agli elettori per ottenere un placet su cinque anni di governo regionale. Ma per i prossimi cinque quali saranno le priorità? «Chiaramente non ci si può presentare ai cittadini solo dicendo “quanto sono stato bravo”. C’è una crisi economica in atto e penso che, in qualche modo, il sondaggio di Crespi Ricerche, sia anche un giudizio sulla reazione che la Regione ha saputo mettere in campo, integrando le politiche nazionali. Sviluppo economico e lavoro saranno le prime voci della nuova agenda politica, ma dando massimo rilievo anche all’innovazione e alle sfide dei nuovi mercati».

Pensa che il “caso” Puglia possa avere influssi negativi per il Pd a livello nazionale? «Ripercussioni ne avrà sicuramente. In qualche modo abbiamo contribuito noi stessi, come partito, a fare di Vendola un gigante, peccando di dilet? tantismo. Ma d’altra parte sono cose che possono capitare in una forza democratica come la nostra, l’unica forza federale aperta a tante voci, rispetto al leaderismo che caratterizza altri partiti come Pdl, Lega e Italia dei Valori».

E gli scandali che hanno investito Emilia Romagna e Lazio? «Quando pretendi di caratterizzarti per una presunta “superiorità morale”, non puoi permetterti di commettere errori. C’è anche da dire che nel Pd si reagisce in maniera diversa rispetto a quanto accade in altri partiti: da noi chi sbaglia si dimette e nessuno si sente perseguitato». Il Clandestino

VAI ALLE TAVOLE