Il senatore Pdl, Lucio Barani, ha commentato, in un’intervista a Campania24news, tre casi di malagiustizia. Fra questi, anche la vicenda che ha coinvolto mio fratello  Ambrogio Crespi.

Riporto di seguito il testo integrale:

Angelo Rizzoli, Ottaviano del Turco, Ambrogio Crespi: tre casi giudiziari diversi ma per tanti aspetti simili. Su un articolo pubblicato da L’Opinione.it, a firma di Dimitri Buffa, si raccontano i paradossi e le crudeltà che queste tre persone hanno subito e subiscono dalla giustizia.

Il primo, accusato di bancarotta, è anziano e molto malato ma, nonostante ciò, è stato portato prima in carcere e poi in una cella di sicurezza dell’infermeria giudiziaria dell’ospedale Sandro Pertini.

Del Turco ha trascorso un mese in galera ed è stato per mesi ai domiciliari con accuse infamanti che gli sono costate la fine della carriera politica e la caduta della giunta regionale dell’Abruzzo.

Crespi invece è in carcerazione preventiva da ottobre e, alla vigilia di richieste di giudizio immediato, anche la procura sembra non credere più nell’ipotesi di aiuto al voto di scambio tra politica e ‘ndrangheta a Milano per favorire l’elezione di Domenico Zambetti.

Per avere un commento su questi tre casi, la redazione di Campania24news ha intervistato il senatore Pdl, Lucio Barani, da sempre vicino al tema delle carceri e della giustizia.

Senatore Barani, il giornalista Dimitri Buffa ha portato all’attenzione di tutti tre casi di malagiustizia: Rizzoli, del Turco e Crespi.

Probabilmente io sono stato il primo a visitare Rizzoli dopo il suo arresto. Gli ho fatto visita all’ospedale Pertini e lì ho visto cose incredibili. Definire “disumane” le sue condizioni è poco: Rizzoli è anziano, estremamente malato e per un’accusa di bancarotta rischia di morire da detenuto. Oggi in realtà ho sentito che potrebbe esserci un’apertura.

Cosa può dirci di Rizzoli?

Bè, posso dire che chi lo ha sbattuto al Pertini sarebbe da arrestare. Giudici di questa specie non possono e non devono servire lo Stato. Quello che vive Rizzoli quotidianamente è una tortura, gli hanno tolto altri 10 anni di vita! Dopo la mia visita all’ospedale, sono uscito e ho vomitato. Ho vomitato davvero. Non posso descrivere quello che ho visto…

Del Turco?

Del Turco non è del mio stesso schieramento politico ma devo ammettere che anche nel suo caso la magistratura ha commesso gravi errori. Gli ho scritto e lo sono andato a trovare spesso. L’ho fatto non per il suo colore ma perché è un cittadino che è stato ingiustamente arrestato. Anche nel suo caso chi ha sbagliato deve pagare e spero che ciò accada il prima possibile.

Ambrogio Crespi  invece è in carcere preventivo dal 10 ottobre.

Per la vicenda Crespi proporrei immediatamente una commissione di inchiesta per valutare il comportamento dei magistrati. Crespi è in carcere senza uno straccio di prova ma solo per delle intercettazioni in cui si sentono altre persone parlare di lui. E’ ovvio che nel suo caso si tratta di un attentato alla Costituzione. Proporrei l’ergastolo per i giudici che si sono prestati a questo giochetto e che l’hanno messo in galera da innocente.

Lei conosce personalmente Crespi?

L’ho incontrato domenica durante una visita al carcere di Opera. Mi ha detto che tutto sommato non sta malissimo ma che c’è una cosa che proprio non riesce a sopportare, ovvero perdersi il suo bambino che cresce. Ambrogio mi ha detto di avere un figlio di 9 mesi e di essere stato arrestato quando il piccolo ne aveva appena 4. È una vergogna. Dopo il sopraluogo sono tornato a casa e, guardando i miei ragazzi, mi è venuto un magone pensando a lui. Ambrogio è in carcere per vili indizi. Per gettare un uomo in cella ci vogliono prove inconfutabili, la carcerazione preventiva, nel suo caso, non ha senso. Io sono favorevole a questa misura cautelare ma solo per i grossi reati e di certo non per un’accusa di “associazione esterna”. Che poi cosa vuol dire “associazione esterna” ? Una persona o è colpevole o non lo è, o ha commesso reato o non l’ha fatto: non esistono vie di mezzo. Cose del genere accadono solo in Italia.

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