L’animosità di Luca Sofri frencamente mi ha lasciato di stucco, mi sono domandado come mai il lucido intellettuale avesse sentito la necessità di occuparsi del sottoscritto con tanta acida cattiveria,  poi mi sono ricordato di non avere mai incontrato Luca Sofri e di non conoscere la sua opera nel mondo.

Quindi i motivi possono solo ritrovarsi nella puntata delle Invasioni Barbariche dove ho accompagnato la mia amica Mara Carfagna, nella quale il Ministro avrebbe dovuto fare la vittima sacrificale della Bignardi, dolce ed erudita sacerdotessa del pensiero catodico-progressista, e invece non solo ha tenuto il punto ma addirittura ha messo sotto l’esperta condutrice, facendole perdere il suo approccio elegante e sottilmente perfido, trascinata in un faccia a faccia rude e maschio a cui certamente non è abituata.

Pensare che i presupposti erano stati buonissimi, le due si erano incontrate prima a pranzo in un clima disteso e amichevole in cui la solidarietà femminile e l’intesa sembravano assolutamente totale, ma durante la trasmissione la scaletta è saltata. La mancata deferenza subalterna che gli intervistati riconoscono alla Bignardi è stata negata da una Carfagna decisa fino ad apparire aggressiva. E’ questo che deve avere offeso il marito (Luca Sofri) che nascostro tra le quinte  ha visto fantasmi neri aggirarsi tra cavi e telecamere.

Io non sono il “coach” di Mara Carfagna ma un amico e con lei mi batto e lo farò fino in fondo per il suo diritto ad essere se stessa, contro i pregiudizi e la maldicenza che l’hanno colpita oltre ogni misura. Questo non significa che io sia d’accordo con tutto quello che dice e pensa, anzi da anarco-radicale nutro differenze profonde, ma condivido appassionatamente la sua azione politica, la battaglia alla prostituzione, allo stalking. Credo che stia lavorando duro e abbia il diritto di essere giudicata apertamente per il suo lavoro e non liquidata con mameschinità superficiale.

Inoltre mi fa ridere di chi si presenta sempre con un’aria di superiorità morale pronto a dare lezioni in casa altrui, come mi fanno sganasciare gli avvoltoi che sfruttano e giocano con la vita degli altri, costretti poveracci, a vivere di carne morta.

Ma quello che trovo patetico è chi giudica senza giudizio, parla senza conoscere e scrive per sentito dire e non mi riferisco agli apprezzamenti personali che Luca Sofri mi ha riservato ,nè tantomeno al racconto sommario e superficiale delle mie vicende personali, nè al sarcasmo o all’ironia e nemmeno alle imprecisioni e alle fregnacce che riporta nei suoi articoli sul mio conto.

Sofri è libero di pensare e di scrivere quello che gli va e io di sganasciarmi pensando alle ragioni che hanno armato la sua penna contro di me, ma non alimenterò la faida, Luca ti perdono perchè amo chi mi fa ridere e questo è un male di noi “Bauscia” nati a Milano e trasferiti a Roma.

Ossequi alla signora.

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