istat disoccupazioneSecondo i dati Istat, la fiducia delle imprese a Marzo sale a 103 dal 97,5 di Febbraio toccando il livello più alto 2008.

La crescita è generale e coinvolge tutti i comparti economici.

Sempre a Marzo la fiducia dei consumatori segnala un nuovo aumento e sale al 110,9 dal 107,7 di Febbraio (quando aveva segnato il livello più alto da Giugno 2002).

È il dato più alto da quasi 13 anni (Maggio 2002). Migliorano i giudizi sulla situazione economica del Paese e le aspettative sulla disoccupazione.

Leggero miglioramento anche per i prezzi al consumo.

Più in rosa anche la situazione personale; a Marzo sia i giudizi che le attese sulla situazione economica della propria famiglia sono più ottimistici. Coloro che esprimono giudizi negativi, per esempio, calano al 39,1% dal 41,5.
Questi i dati istat che certificano la fine della depressione da crisi. Aziende e consumatori vedono un futuro rosa e carico di aspettative finalmente positive.

Il clima da sogno è durata un solo giorno perché questa mattina il risveglio è stata una doccia fredda.

Il tasso di disoccupazione è tornato a salire al 12,7% a Febbraio, dopo il ”forte calo” di Dicembre e l’ulteriore diminuzione di Gennaio.

L’Istat nei dati provvisori segnala un aumento di 0,1 punti sul mese e di 0,2 punti sull’anno, che riporta il tasso al livello di Dicembre.

istatI disoccupati sono 23 mila in più.

Colpiti ancora una volta i giovani (tra i 15 e i 24 anni) al 42,6% con un aumento di 1,3 punti rispetto al mese precedente e di 0,1 punti rispetto all’anno precedente.

A febbraio ci sono 868 mila giovani occupati, 40 mila in meno rispetto all’anno precedente e 34 mila in meno rispetto a Gennaio.

Crescono anche gli inattivi fino a 4,4 milioni di ragazzi e aumentano di 35 mila unità in una anno e di 20 mila unità in un mese. Il tasso di inattività giovanile tocca così il 74,6%.

Il tasso di disoccupazione in Italia, come già dicevamo è stato a febbraio più alto della media dell’Eurozona (11,3%).

Secondo i dati Eurostat, la disoccupazione italiana è la sesta più alta della Ue dopo Grecia (26,0%, dato di dicembre 2014), Spagna (23,2%), Ungheria (18,5%), Cipro (16,3%) e Portogallo (14,1%).

La percezione positiva delle aziende e dei consumatori si schianta così sulla drammaticità dei dati reali che impietosi sembrano certificare che le iniziative del governo non stiano dando certamente i risultati tanto attesi.

I segnali che indicano che la crisi stia finendo sono contraddittori e forse bisogna aspettare più tempo.

Ma di sicuro, le aspettative e le speranze che Matteo Renzi ha saputo sostanziare con successo devono trovare conferma reale tra la gente altrimenti il primo ad esserne travolto sarà proprio lui.

Il tempo sta scadendo…