Nei giorni scorsi ho avuto modo di porre l’attenzione su quanto accaduto a Roma al Movimento 5 Stelle. La proposta di Ignazio Marino di far entrare un loro nome nella sua giunta, non mi è sembrata scandalosa o velleitaria, in quanto, come dicevo, Marino è un signore che sin dall’inizio si è posizionato come un dialogante rispetto al movimento e lo ha fatto con azioni concrete: votando Rodotà, non ha votato la fiducia al governo Letta etc…

Sottolineavo che un Movimento che dice di partire dal basso è al basso che deve ascoltare, quindi De Vito, il candidato sindaco eletto consigliere in Campidoglio, ha lanciato un sondaggio presso i propri elettori che pare abbia avuto un consenso dell’80%. Mi aspettavo che la conseguenza fosse quella preannunciata, ma così non è stato. Sulla rete, è iniziata progressivamente una escalation che non si è ancora interrotta, di critiche asprissime che, per carità non mi preoccupano, non mi intimidiscono, anche se devo dire che spesso il linguaggio che viene utilizzato è apodittico, un linguaggio estremamente pesante, denigratorio.

Mi sono trovato su Twitter alcuni, come @Albertoludica, laureando in Scienze della Comunicazione di Bologna, che mi accusava di falsificazione della realtà, o come @GuidoAndrea1962 che sosteneva che solo quello siamo capaci di fare (siamo chi?). Un certo @FabioBio84 mi invitava invece a tornare a fare i sondaggi per Berlusconi, dal momento che non mi riteneva idoneo a fare il blogger e si è offeso quando ho sottolineato che lui, romano, non poteva permettersi di giudicarmi visto che aveva 17 follower, oggi 16. Mi ha risposto che non è una gara a chi ce l’ha più lungo. Con alcuni di loro c’è stato un banale scambio di insulti, per carità, altri gli hanno risposto a tono come @mauriziofiore. Con altri invece il dibattito è proseguito per molti tweet come quello sempre con @Albertoludica secondo cui, prima di parlare di democrazia dal basso, bisogna aspettare la famosa piattaforma liquid feedback, annunciata da mesi e che non è ancora arrivata. E che dovrebbe essere lo strumento con il quale si eserciterà la democrazia diretta, cosa che io ho sottolineato, è stata già utilizzata in Europa dai Pirati e in Italia da Santoro.

Qualcuno sembra utilizzare un format di linguaggio classico come nel caso di Tito @tiziaz, un altro romano amante del blues, ma attivista del Movimento 5 stelle che sembra ripetere cose banali del tipo che dovrei ingraziarmi il padrone di turno etc… etc… @danieleluperto mi accusa di essere all’asilo, mentre Stefano Cucchi @lorGiust ribadisce ancora il meccanismo del fatto che il sondaggio indetto da De Vito non è ufficiale, come lo stesso @tottero1000 con cui mi sono intrattenuto a lungo che mi accusa di essere troppo fazioso. C’è anche qualcuno che si rifà al Movimento 5 Stelle: @M5S+L, più che un movimento un progetto, che invece si pone in maniera critica rispetto a quanto avvenuto in questa vicenda.

Insomma si è sviluppato un discreto dibattito con numerosi partecipanti, con toni differenziati, nel quale però, al di là delle accuse, non sono arrivate le risposte: questo sondaggio era falso? È vero che il Movimento 5 stelle è un movimento che parte dal basso? Chi decide è la rete, come nel caso della scelta del Presidente della Repubblica, o c’è una sovranità sulle decisioni limitata? Della serie che si può decidere il colore delle pareti, ma non il posizionamento dello spazio che si occupa?

Insomma, se il Movimento 5 Stelle a Roma si esprime per l’80% a favore della proposta di lavorare all’interno delle istituzioni con il nuovo sindaco del centrosinistra è legittimo che venga espressa questa posizione? Perché Grillo è intervenuto bloccandola? E’ una decisione che contrasta quelle prese in altre occasioni? E chi ha la possibilità di revocare le decisioni prese in altre occasioni?

È vero che questo movimento ha come Beppe Grillo un megafono e la gente e i cittadini decidono, o c’è un perimetro nel quale alcune decisioni non possono essere prese?

Al di là degli insulti, delle prese di posizione, la questione è questa: perché è stata consentita una posizione di collaborazione obiettiva in Sicilia e questo non dovrebbe accadere a Roma? Chi lo stabilisce? Perché se è vero che è un movimento partecipativo, un movimento in cui vale la democrazia dal basso, dovrebbero essere i militanti, gli iscritti. Se invece è un movimento per adesione, è come gli altri, cioè un movimento che legittimamente esprime un’opinione e attraverso la rappresentanza elettorale si stabilisce se quella linea è vincente oppure no.

Il problema non è la legittimità delle scelte, ma il fatto che non bisogna raccontarci fregnacce, non bisogna usare slogan. Certo lo fanno tutti… ma non puoi dire che non lo fai, che ti fa schifo chi lo fa e poi fai come gli altri.

Magari poi io sono un po’ ironico, sarcastico, ma questo è uno stile, può piacere e non può piacere, ma nessuno di questi militanti del Movimento 5 Stelle che abbia scritto dicendo “è falso che quel sondaggio sia stato fatto”, “qualcuno l’ha falsificato”, “non è vero che gli elettori militanti di 5 stelle a Roma volevano essere protagonisti nelle istituzioni e nel governo della città. Questa cosa nessuno l’ha detta, semmai sono stato accusato di aver sollevato una questione che non mi sembra di poca sostanza.

Per cui, vi ho rappresentato che cosa è accaduto sulla rete; ora mi aspetto dalle persone con le quali sono entrato in contatto, ma non solo da loro, una articolata risposta, sempre pronto, molto seriamente a cambiare opinione e a prendere atto di fatti e realtà che si conclamano con chiarezza e con assoluta tranquillità.

Ma nessuno si può arrogare il diritto di stabilire la mia possibilità di scrivere, la mia possibilità di esprimere opinioni e la mia possibilità di pubblicare quel cazzo che mi pare.

E più mi si dirà che non ho titolo per farlo e più lo farò.

Sono fatto così… sono dispettoso.