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Franceschini spiega Luigi Crespi al VELINO “non ha mai sfondato, non è mai veramente stato leader del Pd”. Ancora oggi Veltroni riscuote più fiducia di lui. Da un sondaggio di Crespi Ricerche pubblicato ieri sulle intenzioni di voto per i candidati alla segreteria del Pd, tra i quali Crespi ha inserito anche Beppe Grillo, Franceschini risulta in testa con il 27,1 per cento, seguito da Bersani con il 25,4 per cento, da Beppe Grillo che sfiora il 20 e da Ignazio Marino con il 15,2 per cento. La candidatura del comico genovese porta via consensi un pò a tutti i candidati, ma soprattutto a Bersani, osserva Crespi. Quindi, non considerando Grillo, Bersani sarebbe sopra Franceschini di 10-15 punti e l’attuale segretario verrebbe “spazzato via”.

Arrivato alla guida del partito “come gestore di un lutto, solamente Franceschini poteva vedere nel risultato delle Europee un successo”, aggiunge. Ma il suo problema si inserisce nel più vasto problema del Pd, un “problema serio di posizionamento”.
Il fatto è – spiega Crespi – che com’era prevedibile, ma non scontato, il PdL si sta caratterizzando sempre di più come un “Country Party” in grado di “coprire tutti gli spazi”. Su tutti i temi, dall’economia alla sicurezza, fino ai diritti civili, il dibattito e la composizione delle varie posizioni avviene nel PdL tra le sue varie anime, “lasciando al Pd il dibattito sulle escort”.

I Democratici, invece, discutono di “se stessi” e ciò che i cittadini vedono è “una messa in scena drammatica dei loro problemi e delle loro liti”. E ciò che è peggio è che “i conflitti restano inespressi, non si giocano in campo aperto, rimangono una manfrina, un gioco di specchi” che annoia.